mercoledì 28 settembre 2016

I can't eat it

E poi ci sono quegli incontri che valgono più di ogni altra cosa.
Stazione di Piccadilly Circus: un signore buttato in un angolo con un cane; non chiede l'elemosina, ma si capisce che ha bisogno; mi avvicino e nello stesso momento un ragazzo gli porge una confezione di cibo e se ne va. Io mi abbasso per fare una carezza al cane e il signore, con aria rammaricata, guardando quanto gli hanno appena dato, dice ad Andrea: "I can't eat it" ("non posso mangiarlo"), e glielo offre. Salmone affumicato con insalata e crostini. "Sorry, I can't, either" ("mi dispiace, nemmeno io posso"). "I'm vegan, and you?" ("sono vegano, e tu?"). Il signore annuisce e si poggia la mano destra sul cuore. Il cane nel frattempo mi lecca la faccia. Si chiama Michael e è un incrocio tra un pitbull e non so che. Il signore mi dice: "I can't eat animals" ("non posso mangiare gli animali"), indicando Michael. "Good Choice", gli dico, e mi sorride.
Gli sorrido anch'io, un'ultima carezza al cagnolone e poi mi viene da dirgli: "you're my brother" ("sei un fratello") e lui fa ancora quel gesto, si poggia la mano destra sul cuore e mi fa un inchino con la testa.
Di questo incontro fugace mi colpiscono due cose: prima di tutto, la dolcezza di Michael che pur non conoscendomi mi scondizola felice e mi lecca la faccia; e poi il tipo che ha portato da mangiare al signore. Io l'ho visto, anche se di sfuggita, ed era un ragazzo gentile, un ragazzo che ha compiuto un gesto gentile. Ha comprato del cibo per il signore povero. Ma non sa, ignora totalmente quanta altra sofferenza ci sia dentro quel gesto. Mi stupisce questo abisso, questa cecità assoluta nei confronti dello sfruttamento degli animali; mi stupisce il paradosso di voler aiutare una persona dandole in pasto il dolore e la morte di un altro individuo,
C'è poesia e bellezza in quel "I can't eat animals". Alla faccia di tutti quelli che pensano che il veganismo sia una moda o che l'antispecismo sia una cosa complicata per intellettuali annoiati che hanno tutto, No, non è così. Le cose sono molto più semplici di quello che si pensi.
Non si possono mangiare gli animali. E non c'è molto altro da aggiungere.

3 commenti:

UnUomo.InCammino ha detto...

E'che semplicemente non avete abbastanza fame.
E' noto che per sopravvivere l'etolgia della nostra specie porta al cannibalismo.
Non "potete" mangiarlo perché avete altro da mangiare.

Rita ha detto...

In realtà il veganismo risolverebbe proprio la fame nel mondo.

Ma che vi fanno con lo stampino? Passata la moda del "anche le piante soffrono", ora siete passati al ritornello del "non avete abbastanza fame".

UnUomo.InCammino ha detto...

> In realtà il veganismo risolverebbe proprio la fame nel mondo.

No.
Una delle giustificazioni risibili del veganesimo è quella di risolvere la fame del mondo spostando una fetta di produzioni vegetali destinate all'alimentazione animale come cibo per umani direttamente agli umani.
Ma la specie Homo, come tutte le specie, tende ad arrivare alla massima pressione numerica sostenibile da un territorio (in ecologia si dice principio di massima potenza). Quindi trasformare molti Homo in vegani (eliminando gli animali dei quali essi si cibano e destinando a produzioni di cibo vegetale per umani le supercici agricole relative porterebbe
1 - ad una diminuzione assoluta del numero di esseri viventi non umani;
2 - ad un ulteriore aumento del numero di homo;
3 - ad una ulteriore diminuzione delle selvatiche/aree libere da sfruttamento antropico.

Poiché gli esseri umani sono, storicamente, massimamente ecocidi, tutto ciò comporterebbe un degrado generale degli ecosistemi e quindi l'AUMENTO della fame.
Si noti che tutti i paesi miseri sono sovrappopolati.
La cosa più stupida che si può fare per combattere la fame è... aumentare il numero di esseri umani destinando loro più cibo (vegetale).