lunedì 12 marzo 2018

Noi vegani


Sì, "noi vegani" (come ci chiamano i non vegani) siamo spesso tristi e arrabbiati. E no, non ci facciamo due risate quando parliamo degli animali che vanno al macello.
Sì, a volte, dopo l'ennesima obiezione che tira in ballo le piante che soffrono o la catena alimentare, capita che rispondiamo male. E no, non sempre possiamo accogliere con un sorriso da Buddha la stupidità altrui.
Sì, a volte, di fronte a tanta indifferenza e leggerezza nel difendere la violenza sugli animali, capita che perdiamo le staffe. E no, non si tratta di aggressività, ma di reazione. A proposito, anche se a volte perdiamo le staffe sui social, la nostra presunta violenza verbale non sarà mai nulla rispetto a quella reale praticata sugli animali.
Sì, capita che facciamo una smorfia quando dopo aver descritto per filo e per segno la realtà di allevamenti e mattatoi ci sentiamo rispondere che mangiare animali o meno è una scelta persona e dovremmo rispettarle entrambe. E no, non si tratta di ostentazione di moralità superiore, è che non tutte le scelte si equivalgono, non tutte hanno egual valore e peso morale.

Il fatto è che non si tratta di una questione personale, non stiamo difendendo l'appartenenza a un gruppo, il gusto dell'insalata, il latte di soia o schierandoci "noi contro voi" come se stessimo allo stadio.

Stiamo cercando di far capire alle persone che gli animali sono individui senzienti che vengono imprigionati, schiavizzati, maltrattati e uccisi in numeri da far spavento senza alcuna vera necessità e che questa è un'ingiustizia tremenda nei confronti della quale non possiamo restare indifferenti.

Non siamo estremisti, ma converrete con noi che nei confronti della violenza non si può che fare una scelta radicale: rifiutarla o tollerarla. 
Se pensate che uccidere e sfruttare maiali, vitelli, mucche, galline, polli, pesci, agnelli sia ingiusto, allora sforzatevi di allineare il vostro comportamento al vostro sentire. O, quanto meno, di comprendere chi l'ha fatto, senza etichettarlo o denigrarlo sperando così di tenere a distanza anche la gravità della questione.

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