sabato 10 agosto 2019

Il partito che vorrei

Vorrei un partito antispecista e femminista e soprattutto di transizione, cioè che accompagni le persone a pensare, ad autogovernarsi, a liberarsi dai concetti di delega, stato e partiti da votare. Sembra un ossimoro, ma l'anarchia che auspico sarebbe possibile solo a patto di una società consapevole, sveglia, in grado di autodeterminarsi e fare buon uso della propria libertà. Una libertà nel rispetto di tutte, ma proprio tutte le soggettività viventi. 
Un partito che inviti e formi al pensiero critico volto al disconoscimento e distruzione del partito stesso una volta sopraggiunta la maturità per autodeterminare le proprie esistenze.
E nel frattempo invece prendo tristemente atto del fatto che per scongiurare una pericolosa alleanza di destra, becera e conservatrice, tocca auspicarsi una collaborazione tra PD e Cinquestelle. Un PD che ho sempre detestato perché per nulla progressista sui temi che mi interessano.

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