giovedì 15 agosto 2019

Il sistema prostituente opprime le donne

Il modo più subdolo usato da chi opprime per continuare a mantenere il dominio è convincere le vittime che la loro oppressione non sia tale, ma sia una scelta; convincerle che gli strumenti con cui sono oppresse siano in realtà utili alla propria autodeterminazione.
Ed è così che l'auto-oggettificazione diventa empowerment e che la prostituzione passa per essere una scelta lavorativa tra le tante.

Ora, a chi nega che la prostituzione sia la più radicale e antica forma di oppressione di un sesso sull'altro, faccio questa domanda: come mai non esistono bordelli di soli uomini in cui per guadagnare un tozzo di pane mettono in vendita l'uso del proprio corpo? Come mai nella nostra società non viene affatto incentivata la mercificazione del corpo maschile a tutto vantaggio del privilegio delle donne di poter comprare e usare i loro corpi per il proprio piacere? Ve lo dico io perché: perché la prostituzione è appunto il prodotto di una società maschilista e patriarcale in cui si esercita il dominio maschile sulle donne e non il contrario.

Dunque, la prostituzione potrà essere considerata, al limite, un lavoro come un altro quando paritariamente sarà esercitata anche da uomini bisognosi economicamente e non il contrario, altrimenti rimane una pratica di sottomissione e sfruttamento delle donne da parte degli uomini. Purtroppo i condizionamenti della società patriarcale e maschilista sono tali e talmente radicati che molte donne vengono educate a pensare che sia una libera scelta farsi usare e lasciarsi sfruttare e che sia anche un modo per autodeterminarsi. Ma nello sfruttamento e nella negazione dell'individualità non ci può essere autodeterminazione. Nel sistema prostituente e nell'industria del sesso in generale le donne non vengono considerate individui, ma solo oggetti da usare, buchi interscambiabili su cui svuotarsi. O si è merce da comprare (nei bordelli tedeschi i loro corpi sono in vendita nei listini "all you can fuck" dove per pochi euro il cliente può scegliere quanti più corpi e prestazioni desidera, insieme a una birra e a una salsiccia, a dimostrazione sempre che sono considerate al pari di pezzi di carne da consumare perché lo specismo e il sessismo, ossia lo sfruttamento di donne e animali, vanno sempre a braccetto), dicevo, o si è merce da comprare o si è individui, ma non si può essere entrambe le cose perché la prima condizione nega lo status del secondo.

Chi dice che esistono anche alcune donne che la scelgono liberamente, benissimo, nessuno vieta a queste donne di farlo, tant'è che in Italia non è vietata la prostituzione in quanto tale, come pratica privata, ma solo l'adescamento e lo sfruttamento da parte dei cosiddetti papponi. Invece chi vuole liberalizzarla sul modello tedesco e neozelandese non farebbe che depenalizzare i papponi e rendere legali i bordelli.

Ultima cosa: il femminismo radicale è solidale con le donne in prostituzione e favorevole invece all'adozione di un modello di legge che offra veramente alternative e percorsi di formazione così che possano essere LIBERE di smettere di prostituirsi.

2 commenti:

Filippo ha detto...

Vorrei solo far notare che ricordo esserci sempre stata una zona, a Milano, in cui notoriamente si trovavano prostituti omosessuali. Quindi vittime della mercificazione del corpo ce n'è anche sul lato maschile.

Rita ha detto...

I clienti sono sempre uomini e il fenomeno della prostituzione maschile ha origini e modalità del tutto diverse.