lunedì 7 dicembre 2020

I gusti degli altri

 Iniziamo il lunedì con un po' di vis polemica, spero non oziosa. Dunque, ho appena letto "Sono vegan, ma rispetto tutti gli stili di vita". 

Il veganismo non è semplicemente uno stile di vita alternativo, ma una scelta etica che si riflette anche, ovviamente, nel quotidiano. Nasce da una presa di coscienza, intellettuale ed empatica insieme, da una conoscenza e comprensione profonda del fatto che gli altri animali sono esseri senzienti e che la discriminazione morale che effettuiamo nei loro confronti, quella che poi ci consente di ucciderli, sfruttarli ecc. sia fondata su pregiudizi e credenze errate, nonché da un'idea del tutto fantasiosa, mitopoietica quasi, tanto del concetto di animalità che di umanità, entrambi contrapposti e distinti da giudizi di valore ben precisi per cui quanto più si abbassa il primo, tanto più si innalza il secondo; sostenuta da leggi, normalizzazione culturale e reiterata e rafforzata attraverso pratiche, consuetudini, linguaggio cioè trasmessa culturalmente di generazione in generazione.

Preso atto di ciò, quindi della profonda ingiustizia dello specismo - cioè una volta che lo si è smantellato logicamente e filosoficamente - come si può dire che si "rispettano tutti gli stili di vita"? 

Sarebbe come dire, io sono femminista, ma rispetto la cultura che opprime le donne, oppure, sono pacificista, ma rispetto chi fa saltare in aria interi paesi.

Oppure semplicemente significa che si mangia vegetale, ma non come conseguenza di una presa di coscienza antispecista. 

Voi direte, purchessia. 

Ma in questo modo il messaggio di richiesta di giustizia per gli animali viene completamente dimenticato. 

Gli animali rimangono invisibili, assenti dal discorso, accettati nei piatti di chi ha uno stile "tradizionale" perché l'importante è rispettare tutti, tranne, appunto, le vittime.

Che poi, detto tra noi, tutto questa smania di rispetto per l'altro si manifesta sempre e soltanto quando le vittime in questione, invisibili, sono gli altri animali. Per altre ingiustizie e forme di oppressione infatti non diremmo mai, io sono così, ma rispetto te. A un pedofilo non diremmo mai, sai, io non vado con i bambini perché per me è sbagliato, ma rispetto i tuoi gusti. Questo perché l'etica non è una questione di gusti, non quando di mezzo c'è un terzo soggetto che diventa vittima dei gusti degli altri.

2 commenti:

sergio pellegrini ha detto...

proprio così. non ti nascondo che per me è stato meno faticoso vivere nella mia ignoranza per moltissimi anni ,anzi nel voler far finta di non sapere ,tanto per me non cambiava niente ,o così pensavo immerso nel mio egoismo .poi ,un giorno ho capito che a non far niente si sta sempre dalla parte dell'oppressore e quindi ho cambiato il mio modo di vivere riconoscendo , nel mio piccolo, il diritto ad eguale considerazione degli interessi di ciascun vivente, non giustificando più quello che viene fatto agli altri Animali per i nostri piaceri , abitudini ,tradizioni.
ho compreso che gli altri Animali non sono su questa terra per noi umani, ma per se stessi e da vegani non dovremmo mai stancarci di ricordarlo ai non vegani.
Sergio

Rita ha detto...

Grazie, Sergio.