martedì 27 agosto 2013

Amicizie particolari




Oggi vi voglio raccontare un toccante aneddoto che Marco Verdone - veterinario che ha fatto un certo percorso lavorando per una ventina d'anni all'isola-carcere di Gorgona, dove i detenuti allevano animali e gesticono un'azienda agricola e che ha scritto riflessioni importanti sulla condizione animale, compresa una carta dei diritti e un libro intitolato "Ogni specie di libertà" - ci ha raccontato in occasione del suo intervento al Volterra Vegan.

Si tratta di una testimonianza raccolta in “Scrittori dal carcere” di George Mangakis (professore di legge sospeso dalla sua professione nel 1969 dal regime militare greco) in cui si narra della particolare amicizia nata tra lui e tre zanzare durante la permanenza in cella d’isolamento.
Un giorno questo professore notò queste creature che con l'avvicinarsi dei rigori invernali cominciavano a lottare per la loro sopravvivenza. Di giorno dormivano sul muro e di notte gli ronzavano fastidiosamente attorno. All'inizio lo innervosivano, poi però realizzò che in fondo la loro condizione che stavano vivendo era comune: non era forse vero che anche lui stava tentando di sopravvivere al gelo (interiore e atmosferico) che stava per sopraggiungere? E le zanzare, in fin dei conti, non è che chiedessero tanto, tutto quello cui anelavano era una goccia del suo sangue per restare in vita. Così decise di metter loro il suo braccio a disposizione. Non solo le avrebbe salvate, ma soprattutto non sarebbe più stato solo. Dopo un po' infatti le zanzare presero confidenza e smisero di avere paura. Si avvicinavano senza timore. Nacque così quella che possiamo definire una relazione, per quanto inedita e certamente basata su una forma di comunicazione eterospecifica.
Poi il professore venne spostato di cella e decise di salutare le sue amiche, con molto dispiacere; nonostante volesse infatti portarsele dietro, il timore che qualcun altro avesse potuto far loro del male lo dissuase dal proposito. Fu così costretto a dirgli addio e non le rivide mai più.

2 commenti:

ivaneuscar ha detto...

Ciao Rita! Storia insolita, ma intensa... di quelle che ti fanno pensare che nonostante tutto la speranza ha un senso - si può andare al di là delle abitudini e delle idiosincrasie e scoprire la ragione di vita anche di esseri che abbiamo sempre trascurato o disprezzato. Si può perché storie come questa ci dicono che da qualche parte un umano ci ha pensato, ci ha provato, anche se qualche metro più in là qualche altro umano compiva nefandezze.
Chissà se si può fare una raccolta di racconti, magari "dal vero", o ispirati a storie vere come questa, che abbiano come tema comune la "scoperta dell'altro", ove "l'altro" è un esemplare di una specie che magari di solito non consideriamo "degna" o "fraterna" (come, in questo caso, la zanzara)... Probabilmente in questi casi la realtà è più imprevedibile della fantasia e ha molto da raccontarci.
Ti leggo sempre con piacere! Un saluto.

Rita ha detto...

Ciao Ivan,
grazie per il tuo bel commento. :-)

Purtroppo ci sono animali che culturalmente siamo sempre stati abituati a considerare come particolarmente fastidiosi, pericolosi, o sporchi, stupidi ecc., senza peraltro conoscere minimamente le loro reali caratteristiche e giudicando solo sulla base di banali luoghi comuni e pregiudizi.

Certo, le zanzare possono dare effettivamente fastidio, specialmente se si è allergici alle loro punture, ma anziché ucciderle bisognerebbe prendere in considerazione tutti quei rimedi naturali per tenerle lontane. Funzionano.
Un po' di sere fa ce n'era una che non faceva che ronzarmi attorno e alla fine mi ha punto in più parti sulle gambe. Me ne sono lamentata con un amico con cui stavo dialogando su FB e lui mi ha detto una cosa bellissima che d'ora in poi terrò sempre in considerazione: "se ti concentri sulla puntura della zanzara - davvero poco cosa per chi non è allergico - finirai per perdere di vista l'essenza di questo altro essere che ti gira attorno; prova a osservarlo, a coglierne la meravigliosa struttura, e vedrai che il prurito non lo avvertirai più".
Così è stato infatti.
La sera dopo c'era ancora, ma, ho non mi ha punto più, oppure non me ne sono accorta. ;-)

Questo non vuol dire che sto suggerendo di essere masochisti e di lasciarsi pungere dalle zanzare, la mia alla fine è una specie di storiella zen (anche se quello che ho riportato è verissimo). Quello che voglio dire è che noi massacriamo ogni giorno migliaia di animali (50 miliardi all'anno e solo per scopi alimentari), senza alcuna necessità, e poi ci lamentiamo per una puntura di zanzara, sentendoci i padroni dell'universo.
Basta mettere un repellente sulla pelle alla fine, per non farsi pungere, se proprio dà così fastidio.

Sì, come ti ho detto ieri, l'idea della raccolta di racconti è bellissima, bisognerebbe pensarci sul serio. Di storie, in particolare, di detenuti che hanno fatto amicizia con insetti o altri animali particolarmente invisi a noi specie homo sapiens, ce ne sono altre comunque. Bisogna fare una ricerca, appena avrò un attimo di tempo ci provo.

Un caro saluto