Post semiserio. Comico, se non fosse tragico, insomma.
Noto un evolversi nelle argomentazione a sostegno del carnismo.
È già la seconda volta che un commentatore sul mio blog, non la stessa persona (a meno che non sia sempre la stessa con due account diversi), replicando a qualche mio post sull'antispecismo mi scrive: "è perché non avete abbastanza fame". Ossia, noi ci occuperemmo degli altri animali perché non avremmo abbastanza fame.
Beh, dai, rispetto al "anche le piante soffrono" è stato fatto un passo avanti. In quale direzione poi, è abbastanza prevedibile. L'abisso dell'ignoranza vi inghiottirà tutti.
Basterebbe leggersi Rifkin o anche qualche banalissimo articolo per capire come siano proprio gli allevamenti a causare la fame nel mondo, sottrazione di terreni, inquinamento, consumo idrico in eccesso; i cereali e terreni destinati agli animali potrebbero essere utilizzati per sfamare direttamente tantissime popolazioni.
Vero, io non ho abbastanza fame, ma nemmeno chi commenta e difende il carnismo pur non avendone necessità alcuna. E così facendo, con le sue (non)scelte causa la sottrazione di risorse a tantissime altre persone nel mondo.
Comunque sono contentissima di essere seguita da diversi carnisti perché alla fine, se si prendono la briga anche di commentare, si vede che sono interessati.
Purtroppo il bisogno di confermare l'identità carnista è forte, me ne rendo conto. E mi piacerebbe che si ponessero obiezioni più sensate, ma tant'è.
Per scoprire cos'è il carnismo: www.carnism.org
P.S.: e comunque, se anche morissi di fame, preferirei mille volte farlo restando abbracciata a un compagno (che sia a due o quattro zampe, rivestito di pelo o piume, squame o con ali), che da sola dopo averlo mangiato.
13 commenti:
Chi commenta probabilmente non ha mai sentito il termine "carnismo". Infatti ritiene a ragione che uccidere per mangiare sia semplicemente normale. Invece di "carnismo", chiamiamolo "normalismo".
Primo esempio
Secondo esempio
Terzo esempio
Quarto esempio
Quinti esempio
Per quanto riguarda l'allevamento, fino a tempi recenti nelle campagne se non si moriva di fame si soffriva comunque di denutrizione, per esempio dalle mie parti era diffusissima la pellagra, disturbo dovuto al consumo quasi esclusivo di polenta di mais, quindi carenza di vitamina B che appunto viene da carne, uova, latticini. In Oriente c'era l'analogo beri-beri, causato dalla dieta basata quasi esclusivamente sul riso brillato.
Contrariamente a quanto scritto sopra, la denutrizione non dipendeva dal fatto che si nutrivano gli allevamenti con granaglie che potevano sfamare le persone, al contrario, dipendeva dal fatto che le persone mangiavano solo granaglie perché non esistevano abbastanza animali in allevamento (e ovviamente, pesca).
La ragione di esistere degli allevamenti e degli animali addomesticati in generale, è ovviamente lo UTILE. Il cane non esiste perché è un "amico" a quattro zampe ma perché è utile per stanare le prede nella caccia, fare la guardia alle greggi, eccetera. In un mondo dove le risorse sono scarse, appena il cane smette di essere utile smette anche di esistere oppure diventa risorsa, cibo, pelliccia, ecc. Come infatti succede in talune parti dell'Asia.
Le mucche, i maiali, galline, oche, eccetera, compresi i piccioni nelle città, sono stati CREATI tramite eugenetica perché la caccia è molto dispendiosa e il rendimento basso. Ancora, tutti questi animali non sono "amici", esistono solo per fornire, nel mondo più conveniente possibile, alimento e materie prima. Quando non hanno utilità, essendo creazione umana, opera di ingegno, non creature di Dio, spariscono, cessano di esistere, tranne il caso che siano abbastanza piccoli da potere convertirsi in parassiti (es. ancora i piccioni).
Prego notare che il "carnismo" non è mai stato un problema nella Storia, non solo perché la gente la carne la mangiava molto di rado e, come detto sopra, soffriva di denutrizione ma anche perché esistevano ben altre rogne, per esempio le highlands della Scozia sono state spopolate di proposito dagli Inglesi per favorire l'allevamento estensivo di una certa razza di pecore da lana e gli abitanti nativi, che tradizionalmente allevavano un altra razza di pecora meno redditizia, furono sterminati o deportati nelle colonie.
Gli Europei sterminarono i nativi delle Americhe non per installare allevamenti di animali da carne ma semplicemente per impadronirsi della terra e di tutto quello che c'era sopra e sotto. Dalle Americhe, a parte l'oro, importarono patate, mais, peperoni, pomodori, non certo la carne.
Boh, potrei continuare all'infinito. La ragione per cui scrivo non è che mi interessano i deliri animalisti ma perché il mondo va a rotoli e cerco di mettere una pezza. Sforzo inutile, è come svuotare il mare col cucchiaio.
Ah, dimenticavo.
Nel passato, finiti gli animali da cortile e i piccioni, si mangiavano frequentemente i gatti e in casi estremi anche i topi. Da cui certi Veneti sono "magnagatti" e a Milano "va a ciapà i ratt".
Il fatto di non avere fame non significa non avere fame QUI E ADESSO. Significa non sapere che i nostri avi mangiavano topi e che anche adesso da qualche parte c'è gente che lo fa. Se non sono topi, sono vermi, insetti, qualsiasi cosa.
Non di solo tofu vive l'uomo, care mie.
Niente, c'hai un muro dentro di te.
Oggi nel mondo occidentale nessuno muore di fame e la fame diffusa in altri paesi potrebbe essere risolta proprio con l'alimentazione vegetale.
Non c'è altro da aggiungere.
Continui a portare esempi di cosa facevano i nostri avi, ma i nostri avi nemmeno andavano in auto o in aereo, né scrivevano al computer, dunque sono esempi del tutto inappropriati e sorpassati rispetto al contesto odierno. Non ci si può appellare al passato solo quando fa comodo. Vivi in una grotta? Muori di fame se non cacci o se non ti mangi la bistecca? No. Dunque non ha senso quello che stai dicendo.
Ogni animale, ogni individuo nasce per essere soggetto della sua stessa vita, è solo la logica della prevaricazione e dominio che ci fa considerare considerare alcune specie in virtù della loro utilità, ma è una maniera di pensare sbagliata.
In quanto ai deliri animalisti, qui l'unico delirio di cui hai dato ampiamente sfoggio è il tuo. Un delirio da persona ignorante che non si prende nemmeno la briga di approfondire il tema dell'antispecismo (ormai discusso a livello accademico) o di riflettere su quanto legge.
Inoltre, io discuto ben volentieri con cui ha idee diverse dalla mia, ma nel rispetto, cosa che a te è mancata in diverse occasioni. Ergo, non risponderò più alle tue provocazioni.
Peraltro, se pensi che in questo blog si scrivano cose deliranti, non capisco come mai tu ti prenda la briga di leggere e commentare. Non sto certo diffondendo idee pericolose, al contrario invito al rispetto di ogni individuo.
>la fame diffusa in altri paesi potrebbe essere risolta proprio con l'alimentazione vegetale
Gaia Baracetti smonta in "cibo per tutti" tutte queste fantasione credenze e fanfaluche.
Non solo non c'è alcun obbligo che, ad esempio, i terreni della Frandinia siano cambiati da pascolo a coltivazione di ceci o piselli da esportare in Mislanistan, distante 4000km ma è bene che ciò NON avvenga, altrimenti la popolazione del Mislanistan che è già eccessiva (altrimenti non prenderebbe cibo e risorse esternamente) aumenterebbe ancora.
Storicamente le carestie sono dei dispositivi ecologici di drastica diminuzione di popolazioni con impronta ecologica eccessiva su un territorio.
P.S.: in quanto al concetto di normalità, ti faccio presente che un tempo era considerato normale schiavizzare le persone africane o che le donne non potessero votare o avere accesso a professioni ritenute maschili. La normalità è solo ciò che una maggioranza ritiene giusto in un dato momento storico, ma che poi, con l'evolversi del tempo e di un sentire collettivo condiviso a un certo punto inizia a essere messo in discussione; inizialmente i cambiamenti vengono sempre proposti da una minoranza e pian piano si allargano.
I diritti animali e l'antispecismo sono concetti nuovi e il fatto che una maggioranza ancora ritenga giusto sfruttare individui senzienti non significa che sia giusto.
Tante cose che vengono sostenute da una maggioranza, quindi in virtù di un mero rapporto di forza, sono ingiuste.
@uomo in cammino
Non sono credenze fantasiose, ci sono documenti e analisi di fatti con tanto di ampie fonti e ricca bibliografia a sostegno.
(leggiti Ecocidio di Rifkin o guardati il documentario Cowspiracy).
Ma anche se non ci fossero fonti, basta la semplice logica: di quanti cereali ha bisogno un vitello per crescere? E con gli stessi cereali quante persone ci si potrebbero invece sfamare? Quanto consuma, in termini anche di acqua e terreno, un vitello? E con gli stessi metri cubi quanti cereali e vegetali destinati alle persone ci si potrebbero coltivare?
Ricordi la famosa carestia in Etiopia del 1982? Fu causata dalla conversione di diversi terreni, prima coltivati a riso destinato alle persone, in coltivazioni di soia per ingrassare gli animali; animali poi esportati nei paesi ricchi.
E questi sono comunque argomenti indiretti. Quello di cui mi interessa discutere è la legittimità o meno di schiavizzare e uccidere individui senzienti per il solo palato, quando è dimostrato che non c'è necessità alcuna.
> in quanto al concetto di normalità
Nel senso che qui si evidenzia come "posizione culturale, ideologica" l'onnivorismo dei predatori Homo come "scelta strana, anormale" quando essa fa parte dell'etologia di specie.
Sarebbe come se asessuati, castrati, etc. dessero dei sessisti a coloro che hanno pulsioni sessuali, oppure che i ciechi appellassero le persone con vista come "otticisti", etc. .
> I diritti animali
I diritti non esistono men che meno i diritti animali.
> basta la semplice logica: di quanti cereali ha bisogno un vitello per crescere?
> E con gli stessi cereali quante persone ci si potrebbero invece sfamare?
No.
Gli esemplari di Homo Sapiens sono gli esseri viventi con la più alta impronta ecologica.
Un vitello abbisogna di MOLTE MENO risorse di un essere umano.
Quindi bisogna togliere umani (anche con meno cibo, se utile) e aumentare le superfici biotiche e selvatiche.
Poiché la superficie del pianeta è finita, ad ogni essere umano in più corrisponde MENO superficie destinata al selvatico, alla fotosintesi, etc. .
Bisogna avere meno umani, meno vitelli e più selve.
Al limite, meglio meno umani e più vitelli.
Premesso che il problema non sono gli allevamenti ma la agricoltura estensiva, il latifondo.
"P.S.: in quanto al concetto di normalità, ti faccio presente che un tempo era considerato normale schiavizzare le persone africane"
Questo dimostra che NON SAI o NON VUOI SAPERE niente di Storia.
Gli schiavi africani sono un fenomeno relativamente recente e sono successivi all'espansionismo arabo (VII secolo). Erano gli Arabi a sequestrare personalmente o a finanziare tribù per sequestrare altre tribù per farne degli schiavi, che poi rivendevano a tutto il mondo, inclusi i mercanti europei che li impiegavano nelle Colonie.
Precedentemente e in particolare prima che il Cristianesimo diventasse Religione di Stato, chiunque poteva diventare schiavo. Capitava ai prigionieri di guerra, ai debitori che non potevano saldare i debiti, alle popolazioni che si ribellavano ai propri dominatori. I Romani avevano una intera economia basata sul lavoro degli schiavi. Non solo nelle ville coi relativi latifondi ma per esempio tutti i precettori che insegnavano ai figli degli aristocratici erano schiavi greci.
Il termine "slavo" che oggi indica le etnie dell'Europa orientale, viene da "schiavo" e si rifà ad un certo periodo storico (Ottone) in cui quelle popolazioni costituivano la gran parte degli schiavi dell'area germanica.
"che le donne non potessero votare"
Mi sa che hai una visione un po' edulcorata delle cose. Nella maggior parte del mondo ancora oggi non solo le donne non hanno gli stessi diritti civili e politici degli uomini, sono considerate qualcosa di meno dell'essere umano, una specie di animale da soma.
Nello stesso tempo, anche gli uomini non potevano votare, dato che la democrazia rappresentativa è una invenzione recentissima. In Italia nel 1861 potevano votare solo i ricchi di età maggiore di 25 anni, che erano lo zerovirgola della popolazione complessiva.
"La normalità è solo ciò che una maggioranza ritiene giusto in un dato momento storico"
Direi di no. Sopra ho mostrato esempi di raffigurazioni di scene di caccia in diverse epoche storiche che vanno dal neolitico fino ai nostri bisnonni. Prego notare che la prima si trova su una parete in Sud Africa, la seconda in Egitto, la terza è di epoca romana, la quarta rinascimentale, l'ultima credo sia inglese. Potrei mostrare scene di caccia nelle Americhe o in Oceania. Significa che la caccia è da sempre una attività comune per la specie umana. Quindi assolutamente NORMALE.
"un certo punto inizia a essere messo in discussione"
Tu puoi mettere in discussione qualsiasi cosa. Per esempio puoi affermare che Copernico e Galileo si sbagliavano e che la Terra è al centro dell'Universo perché c'è scritto sulla Bibbia. Nessuno te lo vieta.
Fintanto che nessuno va a verificare, tutto bene.
"I diritti animali e l'antispecismo sono concetti nuovi"
No, sono concetti che contraddicono la semplice evidenza dei fatti. Non voglio nemmeno sapere perché certe persone sono spinte a negare la realtà per inventarsi una realtà alternativa e immaginaria dove tutto quello che ho scritto sopra non esiste ma esiste il "carnismo". Fatto sta che "pigs don't fly", i maiali non volano. I maiali sono stati creati dall'uomo per fornire risorse alimentari e materia prima. Punto a capo.
"una maggioranza ancora ritenga giusto sfruttare individui senzienti non significa che sia giusto."
Non è giusto nemmeno che le zanzare si riproducano succhiando il sangue agli altri animali e, nel farlo, trasmettano una ampia gamma di virus, batteri e parassiti. Come mi ha detto il mio dottore, il perché lo devi chiedere al Padreterno.
Ah, un'altra cosa. L'immagine a corredo di questo post manifesta alcuni complessi che si traducono nel famoso atteggiamento "passivo-aggressivo".
C'è tutta una letteratura. Normalmente chi si muove in quella maniera deve sperare che gli interlocutori ci passino sopra, perché difficilmente i poverini (sopratutto poverine) sopravviverebbero ad una risposta sullo stesso piano.
> è la legittimità o meno di schiavizzare e uccidere individui senzienti per il solo palato, quando è dimostrato che non c'è necessità alcuna.
Non è questione di legittimità ma di necessita, di naturalità.
In gran parte delle zone abitate i cicli vegetativi sono troppo brevi per poter campare dignitosamente senza utilizzare dei trasformatori cellulosa -> proteine, grassi e materiali animali.
Ma non sto parlando di paesi esotici, ad esempio la Lapponia oppure l'Islanda o la penisola di Kola, sto parlando dei nostri Appennini o delle nostre Alpi o anche di gran parte delle zone d'Italia.
Ci sono delle orribili teorie per le quali, per la crescita demografica, dovremmo arrivare a mangiare insetti o farina di ghiande.
Invece un'alimentazione sana, equi,librata, naturale per il genere Homo è quella che prevede anche alimenti animali, in quantità moderata.
Non è uno sghiribizzo, un capriccio, o il carnismo o altre stupidaggini del genere.
Si tratta di un'alimentazione comune a gran parte dei primati.
Rinuncio a rispondervi.
Le mie energie e il mio tempo sono preziosi.
Posta un commento