domenica 22 dicembre 2019

Ancora sullo specismo

Lo specismo si manifesta in tanti modi, per esempio anche affermare che alcune specie siano utili perché significa continuare a vederle in un'ottica utilitaristica, funzionale a qualcosa che porti un qualche beneficio, alla nostra specie o all'ambiente in generale.

Dire di dover proteggere i pipistrelli perché mangiano le zanzare o i gatti perché mangiano topi (e c'è chi addirittura adotta gatti a questo scopo) non è molto diverso dal dire di voler prendere un cane per fargli fare la guardia o una gallina per farle produrre uova. Solo che nei primi casi lo specismo interiorizzato è più subdolo.

Un'altra manifestazione di specismo è quella di prendere a odiare alcune specie poiché secondo alcuni sarebbero predatrici di altri animali e altererebbero gli ecosistemi locali, quindi dannosi. Il danno è l'altra faccia dell'utile.

La specie che più di tutti altera gli ecosistemi - ma che ve lo dico a fare, è cosa nota - è la nostra perché abbiamo mezzi e tecnologie molto impattanti; oltre a ciò siamo la specie che si sposta di più, che viaggia, e che fa viaggiare merci, quindi anche sementi, frutta e verdura (e, ahimè, animali che poi verranno trasformati in prodotti), i quali contengono uova di piccoli animali, parassiti o semi di piante alloctone; la specie che più modifica in modo significativo gli ecosistemi è la nostra. Eppure mai ci sogneremmo (nemmeno l'ecologismo più radicale lo fa, alla faccia della pretesa di essere antispecista) di dire che dovremmo procedere ad abbattimenti selettivi e anche della riduzione delle nascite, alla fine, parlano tutti in teoria, ma nei fatti, nessuno rinuncia davvero a fare figli se ne ha voglia, cioè per un mero interesse altruistico di rispetto del pianeta.
Questo perché ovviamente riconosciamo il valore della nostra vita e lo poniamo al di sopra di tutto, ma non facciamo altrettanto per quella delle altre specie.

Smettiamola almeno di inventarci presunte pericolosità o, al contrario, utilità, negli altri animali.

Gli altri animali non sono né pericolosi o dannosi, né utili. Esistono. Punto. E come tali dovremmo rispettarli.

L'antispecismo è un nuovo modo di ragionare e guardare gli altri animali, non più considerandoli in un'ottica di presunta utilità o dannosità, ma come soggetti che meritano di vivere di per sé.

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