sabato 14 dicembre 2019

L'importanza della lingua e del linguaggio


Un estratto dall'Appendice che spiega come funziona la Neolingua in 1984 di Orwell.
Forse la parte più terrificante ed esplicativa del libro. Tutti dovrebbero leggerla (l'intera Appendice, non mi riferisco solo a questa pagina introduttiva) perché evidenzia la stretta correlazione tra pensiero e linguaggio.
Un vero e proprio trattato di filosofia del linguaggio.

Ho capito anche perché non mi è mai piaciuto usare gli asterischi: perché restringono le possibilità di una lingua, eliminano le differenze.
Tutte le lingue dei regimi totalitari fanno questa cosa qua: usano acronimi,  abbreviazioni, aboliscono parole, abituano le persone a esprimersi e comunicare in un certo modo per indurle a pensare in un certo modo.
A volte leggo dei comunicati che sembrano scritti con lo stampino, stessi termini, sintassi monotona, piatta. Comunicati ideologici che con il tempo abituano a usare in modo automatico e rigido certe espressioni.
Questo impoverisce il pensiero, l'immaginazione, la libertà di ragionare con la propria testa.
Non fatelo: pensate prima di scrivere e di parlare, non usate slogan, non affidate le vostre idee a un gergo solo perché qualcuno vi ha detto che è politicamente corretto. Trovate una vostra voce, sforzatevi di non tirare fuori la prima parola che vi viene in mente, ma cercate un sinonimo, affidatevi alla creatività.
Vale per ogni tematica che state affrontando, l'antispecismo, ma anche la comunicazione di tutti i giorni; a maggior ragione nella scrittura creativa, non usate metafore stantie, soffermatevi sulla scelta di un termine, anche una giornata intera, se necessario. Che le vostre scelte siano le più vicine possibile al vostro sentire interiore e che il sentire interiore non sia un'immagine che si è creata nella vostra mente in modo automatico perché anche quello potrebbe essere il risultato di una povertà di pensiero dovuto alla povertà di linguaggio, specialmente oggi, nell'epoca dei social e quando si legge poco.
Rifiutate i luoghi comuni, le frasi fatte, le abbreviazioni, gli acronimi, i modi di dire.
Che il vostro parlare e scrivere sia la vostra voce e non quella di un movimento o di un partito o di un'ideologia.
Non c'è nulla di più brutto di un parlare ideologico.

P.S.: leggete leggete leggete la buona letteratura, i classici, soprattutto e i grandi autori moderni, novecenteschi. Chi legge tanto assimila nuovi termini, velocizza il pensiero, mette in moto le idee, l'immaginazione, stimola la creatività.
Ah, se non l'avete ancora fatto, leggete, ovviamente, 1984.

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