sabato 11 febbraio 2012

(Amarcord) - Io e il Cinema Horror


In questo blog ho parlato spesso di cinema, soprattutto di un certo cinema di qualità, dei registi più interessanti in circolazione e dei grandi autori del passato; quello di cui non ho mai parlato invece - se non forse in qualche commento en passant - è della mia passione per il cinema horror e di come e quando è nata.
Ora dunque, sentendomi particolarmente ispirata anche da un recente scambio di email con il mio nuovo amico di penna  Jo (scrittore, vegetariano e, appunto, amante dei film horror, al cui confronto io sono poco più che una dilettante), vi racconterò di questa mia passione. Non aspettatevi tanto un post in cui verrà stilata una vera e propria lista di film horror, e nemmeno dei miei preferiti o di quelli che reputo i migliori, quanto, appunto, un salto nostalgico in quel di me che amava - e tutt’ora ama -  immergersi in atmosfere gotiche, oscure, sinistre, misteriose, in bilico tra il mondo che siamo abituati a conoscere e quello di una dimensione “altra” in cui le normali leggi del vivere quotidiano vengono sovvertite e noi ne siamo al contempo attratti e spaventati. Dice Todorov: “il fantastico dura il tempo di un’esitazione”. La visione di un film horror per me è la stessa cosa: un’esitazione - sebbene spaventevole, orrenda, terrificante - ma subito rimpiazzata dal confortante ritorno ad una realtà infinitamente più gratificante e tranquilla: quella del divano di casa mia.
Durante la visione di un film horror lascio che ombre, presenze mostruose, sinistri presagi e loschi inquietanti malvagi malati figuri invadano il mio mondo, la mia casa, i miei pensieri, apro loro la porta e lascio che sia la paura, nient’altro che la cieca paura a dominarmi, ma per poi ritornare alla consueta dimensione del quotidiano.
Guardare un film horror offre una gratificazione senza pari perché permette di affrontare tutto ciò che di orrorifico si è stratificato nella nostra immaginazione, ma, accadendo sotto il nostro controllo e senza che vi sia un reale pericolo, permette anche una migliore gestione ed elaborazione delle nostre paure più profonde, quasi facendo da sfiatatoio delle nostre emozioni e sensazioni più disturbanti.
I film che mi piacciono di più sono quelli che provocano il cosiddetto sentimento del perturbante, così definito da Freud: “Il perturbante è quella sorta di spaventoso che risale a quanto ci è noto da lungo tempo, a ciò che ci è familiare”, di cui uno degli esempi massimi è il capolavoro di Stanley Kubrick, Shining.
Peraltro Shining, che vidi alla tenera età di 13 anni (ricordo che il film era vietato ai minori di 14, ma il gestore del piccolo cinema del paesino in cui vivevo all’epoca non si stava tanto a formalizzare chiedendo di mostrargli i documenti), fu anche il film che mi iniziò ad un cinema un pochino più autoriale di quello che ero stata abituata a vedere fino a quel momento, o meglio, mi fece comprendere che c’erano film e Film con la F maiuscola.
Ma cominciamo dal principio, come si suol dire.
Iniziai ad amare i film horror senza averne mai visto uno. Che significa?
Significa che avevo una zia, simpaticissima sorella più piccola di mia madre, da noi nipoti vista come la più figa e la più divertente perché... vabbè, intanto perché non avendo figli suoi ci coccolava da morire, a me e alle mie cugine figlie di un’altra sorella ancora di mia madre, e poi perché ci lasciava fare tutto quello che volevamo (tipo, quando fummo più grandicelle ancora, fumare, bere un goccio di vino, truccarci, metterci i suoi vestiti, guardare i film che non potevamo vedere, leggere i libri che non potevamo leggere e insomma... nulla di che, ma per noi quella zia era la trasgressione fatta persona); ebbene, questa zia, appassionata ella stessa di film horror, sin da quando eravamo bambine (cinque, sei, sette anni) aveva l’abitudine di deliziarci con i racconti - completi dei dettagli più scabrosi ed orripilanti - dei film che lei andava a vedere al cinema o guardava in tv e che a noi, ovviamente, era vietato guardare.
Ricordo che attraverso le sue parole io “vidi” - e ne fui terrorizzata - Profondo RossoSuspiria, L’Esorcista ed altri horror dell’epoca; in particolare di Profondo Rosso ricordo pure la copertina del 45 giri (dei Goblin), nera, con - se la memoria non m’inganna (spesso mi rendo conto di come e quanto agisca la memoria sostitutiva, ossia quella dei falsi ricordi, così che mi pare che in un film sia stata pronunciata una precisa frase mentre poi, approfondendo, scopro non essere mai stata detta) - una linea rossa, leggermente sbavata a rendere l’idea del sangue che cola, tracciata in orizzontale. E ricordo che la suggestione di quella musica, di quel pezzo bellissimo, associato alle parole di mia zia, fecero il mio film, il mio Profondo Rosso.
Sempre legato al ricordo di questa mia zia, ma stavolta con una vera e propria visione nel piccolo televisore in B/N nella sua camera nella quale ci aveva introdotte, sempre a me e alle mie cuginette, di straforo (ossia all’insaputa dei nostri genitori), è Cinque Tombe per un Medium, film del ’66, credo abbastanza trash se giudicato con il senno di poi, che finì per trasformarsi in una vera e propria persecuzione notturna ed incubotica grazie al potere suggestivo delle scene e le cui immagini ci avrebbero infatti accompagnato per un bel pezzo; ricordo anche l’imitazione fatta da mia cugina più grande di uno degli appestati del film, imitazione che spaventava a morte me e l’altra cuginetta mia coetanea.
Insomma, la mia passione per il cinema horror cominciò in questa maniera e poi proseguì durante l’adolescenza, ma a quel punto potevo già andare al cinema da sola e talvolta guardarmi i film a casa (magari sempre un po’ di nascosto ai miei genitori che, ovviamente, temevano che potessi impressionarmi troppo): di quel tempo ricordo tutto il filone degli Zombie, da quelli più interessanti a quelli più trash, e ricordo anche l’imbarazzante richiesta, talvolta succedeva, ai miei genitori di poter dormire nel lettone insieme a loro (sebbene già andassi alle scuole medie), quando la notte mi svegliavo in preda agli incubi.
Ricordo notti agitate, di semi-insonnia, in cui immagini ipnagogiche andavano a sostituirsi ai ricordi reali delle scene dei film, notti trascorse promettendo a me stessa che mai più avrei visto un film horror fino, ovviamente, alla prossima occasione, occasione in cui mandavo all’aria ogni mio proposito.
Ricordo quel pomeriggio di tanti anni fa, quello in cui io ed una mia amica, quindicenni, ci chiudemmo nella sua stanza completamente al buio e ci mettemmo le cuffiette nelle orecchie per ascoltare il famoso pezzo (ancora!) di Profondo Rosso dei Goblin. Ricordo di quel pomeriggio che, sempre io e lei, andammo al primo spettacolo pomeridiano di un piccolo cinema del paese in cui vivevo all’epoca (non quello in cui vidi Shining, un altro ancora), solo io e lei ed un altro paio di spettatori, a vedere Phenomena, strette, abbracciate, a tenerci la mano e a chiudere gli occhi sulle scene più impressionanti. Ricordo l’uscita da quel cinema che si trovava in un vicoletto semi-nascosto e le ombre della sera che già incombevano e noi che ad ogni passo ci voltavamo per guardarci alle spalle.
Ricordo di quella volta, anni prima, che rimasi sola a casa - i miei genitori erano usciti - e mi venne la bella idea di guardare un horror (non ricordo il titolo, né il regista, né gli attori e nemmeno la storia, era già cominciato e all’epoca in tv nemmeno passava il titolo in sovraimpressione) di cui nella mia mente è rimasta indelebile una scena, solo quella: una ragazza seduta sui gradini delle scale all’interno di un palazzo, è scuro, non c’è luce, lei è terrorizzata, e dal soffitto iniziano a colare delle gocce di sangue; lei alza il viso, guarda in alto e c’è una macchia sul soffitto, una macchia che si gonfia, ma che soprattutto è sinistra, è... “sbagliata”, c’è qualcosa di strano e di terrificante in quella macchia di sangue che si sta allargando sul soffitto, è qualcosa di più, è come una presenza.
Ricordo poi Lo Squalo e Piranha: a vedere questi mi portò mia madre... perché piacevano pure a lei e, evidentemente non sapeva a chi lasciarmi, oppure forse, sapendo della mia passione per questo genere di film, decise di farmi una piccola concessione (in fondo era sempre sorella di quell’altra, di quella che ci faceva fumare, bere ecc.ecc.).
Ricordo quel primo pomeriggio in cui dovevamo andare, ed io ero tutto euforica ed eccitata, ma, chissà come mai, davvero non ricordo, la feci arrabbiare, feci arrabbiare mia madre e così, per punizione: niente cinema! Passai il resto del pomeriggio chiusa in cameretta ad immaginarmi Lo Squalo. Ci andammo poi il giorno dopo e lo vedemmo insieme e la notte anche, dormimmo insieme.
E di aneddoti così ne avrei infiniti altri, ma ora si sta facendo tardi,  l’ora degli incubi e dei mostri sta arrivando e dopo questo Amarcord dell’orrore personalissimo  (omaggiando il grande Fellini),  io vi lascio ai vostri.

(foto di Giorgio Cara)

11 commenti:

Maura ha detto...

Il mio primo film horror è stato "lo squalo"; ricordo che la notte successiva non ho dormito molto anzi, mi alzavo di tanto in tanto per controllare sotto il letto, dietro le tende, dentro l'armadio che non ce ne fosse uno...
Poi, esercitando una sorta di emulazione verso i 2 fratelli più vecchi di me, ho seguito la scia e sono approdata ai vari "suspiria, 4 mosche di velluto grigio, profondo rosso", insomma Dario Argento a tutto tondo.
Crescendo però mi sono sempre sentita attratta da questo genere di film; credo che sia proprio come dici tu, guardare un film "forte" a volte ti rende più "forte".
E' quasi come se riuscire a vederlo minasse altre paure interiori, che magari non si riesce a sconfiggere con un ragionamento più razionale.
Ecco, adesso ne vedrei uno volentieri, l'atmosfera c'è, il vento forte produce strani sibili soffocati..ma siamo io ed i miei adorati amicimici e forse e meglio che mi rilassi leggendo dei miei compagni di blog...
Buona notte, Biancaneve.

Rita ha detto...

Io adesso sono diventata più "paurosa" e da sola non li guardo più, anche perché poi i miciamici volte arrivano all'improvviso sul divano, oppure si nascondono per giocare sotto a qualche mobile e mi farebbero sobbalzare letteralmente. :-D

Ma i tuoi mici a volte fissano qualcosa che noi non riusciamo a vedere? I miei spesso... boh, chissà che vedranno... brrrr... meglio che anche io stasera mi rilassi con qualcosa di meno "spettrale". :-D

Io adoro questo genere di emozioni comunque, quelle di quando per un attimo pensi che ci siano delle presenze, dei fantasmi... ovviamente non ci credo, sono troppo scettica e pure se mi capitasse qualcosa di sovrannaturale sono sicura che riuscirei a trovare una spiegazione razionale (tipo che si tratta di una suggestione, allucinazione, cose del genere), però mi diverte l'idea, mi piace pensarlo...
Ecco, mi ritrovo in questa definizione del fantastico di Todorov di cui poi ho preso un piccolo estratto per il post: "In un mondo che è sicuramente il nostro, quello che conosciamo, senza diavoli, né silfidi, né vampiri, si verifica un avvenimento che, appunto, non si può spiegare con le leggi del mondo che ci è familiare. Colui che percepisce l'avvenimento deve optare per una delle due soluzioni possibili: o si tratta di un'illusione dei sensi, di un prodotto dell'immaginazione, e in tal caso le leggi del mondo rimangono quelle che sono, oppure l'avvenimento è realmente accaduto, è parte integrante della realtà, ma allora questa realtà è governata da leggi a noi ignote. Il fantastico occupa il lasso di tempo di questa incertezza.(...)Il fantastico dura soltanto il tempo di un'esitazione."
Bella definizione, vero?
'notte a te Maura e un bacino ai tuoi pelosetti.

Martigot ha detto...

Il mio primo ricordo horror è un'illustrazione su un librone di fiabe ereditato da mia mamma, in cui era rappresentato il momento in cui l'ultima sposa di Barbablù scopre la stanza segreta dove lui tiene i cadaveri delle precedenti mogli. Nell'illustrazione c'era questo ceppo insanguinato, molto realistico, e la ragazza che osservava con orrore la scena. Immagino che oggi un'illustrazione così non verrebbe approvata, per paura di traumi ai bambini, quando invece secondo me i bambini generalmente amano le storie del brivido.

Film horror ne ho visti pochi, in realtà, a parte i più celebri. Stranamente non ho mai visto niente di Dario Argento, non mi è mai capitato.
Conosco Shining praticamente a memoria e regolarmente lo riguardo. Trovo che sia un caso di libro trasposto al cinema con risultati molto migliori rispetto al romanzo. D'altra parte Kubrick era un vero Maestro. Le due gemelle nel corridoio, o il bambino che va in triciclo per i corridoi e i saloni, che trovate fantastiche!
Poi amo molto L'Esorcista, che trovo davvero inquietante e che rimane un ottimo film ancora oggi, Rosemary's baby, e la serie di Alien, specialmente il primo.
Mi è piaciuto abbastanza La Casa Nera, se non sbaglio di Carpenter, non so se lo conosci.
Lo Squalo non lo amo molto, da una parte perché parteggio per il pescione, e dall'altra perché vado pochissimo al mare, quindi non lo associo ad un pericolo in cui mi potrei imbattere.
Anni fa mi sono imbattuta in un horror per la tv intitolato Milo, che secondo me è davvero inquietante. Racconta la storia di un ragazzino deforme che torna a perseguitare un gruppo di amiche ormai cresciute. In seguito ho letto recensioni molto negative su questo film, ma a me è piaciuto, quel bambino mi spaventa un sacco, e poi l'ho trovato anche girato abbastanza bene, per un film nato per la televisione.

Credo che, soprattutto nel nostro mondo iper tecnologico e iper razionale, tutti amiamo essere spaventati dalla dimensione dell'horror e dell'ignoto. A patto, certo, che una volta finito il film o chiuso il libro ci si ritrovi al sicuro nella propria confortevole casa con la luce ben accesa e possibilmente qualcuno a farci compagnia :)

Rita ha detto...

Ciao Martigot,
sì, è vero, prima le illustrazioni dei libri per bambini erano molto più "splatter"; ma sai che una simile a quella che descrivi di Barbablù me la ricordo anche io? O meglio, io avevo tutta la fiaba illustrata, scena per scena, ed in una di queste scene si vedevano proprio le teste decapitate, con il sangue colava, gli occhi sbarrati ecc.; evidentemente allora usava riprodurle in maniera realistica.

Di Dario Argento ti consiglio tutta la sua prima filmografia, fino a Phonomena. Dopo è andato peggiorando di film in film, gli ultimi sono inguardabili.

Shining e Rosemary's baby sono molto più che horror, sono dei veri capolavori.

Conosco abbastanza bene la filmografia di Carpenter, ma La casa nera al momento non mi sovviene. Poi cerco su internet, magari l'ho visto, ma non ricordo la storia. Comunque lui è un grande regista.
Alien anche è un capolavoro.

Riguardo a "Lo squalo" dispiaceva anche a me che dovesse morire, sin da piccola ho sempre parteggiato per gli animali, però era terribile pure vederlo fare a pezzi le persone.
Diciamo che è un film a cui sono legata per i motivi di cui sopra e che però giudico in maniera molto critica perché ha contribuito a diffondere il falso mito della pericolisità di certi animali, nello specifico gli squali, che invece raramente attaccano l'uomo e se lo fanno è sempre perché lo scambiano per qualche altra preda, o per difesa.
E del resto animale più pericoloso dell'uomo... non credo che esista in natura.

Un saluto e grazie per il tuo bel particolareggiato commento. :-)

Martigot ha detto...

Pensa che a me dispiace pure un po' per l'alieno, benché sia senza ombra di dubbio una creatura terrificante e spietata...Comunque, se malauguratamente lo dovessi incontrare vorrei come minimo avere con me un bel lanciafiamme. Non credo che ascolterebbe discorsi sul reciproco rispetto :)
Anni fa ho visitato il museo dedicato a Giger, l'artista svizzero che ha disegnato Alien, e in una grande teca c'era una riproduzione ad altezza naturale, almeno 2 metri. Ti dico, era davvero impressionante!

Scusa, non è di Carpenter, La Casa Nera, ma di Wes Craven. Non era un capolavoro, ma neanche spregevole, secondo il mio modesto parere.

Buona serata :)

Rita ha detto...

Ah, ecco, sì, di Craven, allora l'ho visto, non male in effetti. Hai visto, sempre di Craven, Il serpente e l'arcobaleno? Questo pure niente male!

Beh, a me dispiace persino quando disconnettono Hal 9000 di "2001: Odissea nello Spazio", poverino, provo pena per lui.
La creatura di Alien in effetti è mostruosa e sì, beh, pena o non pena, se la incontrassi, sicuramente non cercherei di intrattenermici in relazioni diplomatiche. :-D

Uno dei migliori horror visti negli ultimi anni invece è The Descent, lo conosci?

Giorgio Cara ha detto...

Visto che già nel titolo viene tirato in ballo Fellini, ricorderei il film collettivo Tre passi nel delirio, e segnatamente il segmento Toby Dammit diretto proprio dal grande riminese... ancora oggi mi vengono i brividi ripensando al finale.

Rita ha detto...

@ Giorgio Cara

Certamente, è bellissimo l'episodio di Fellini, e direi che la scena in cui Terrence Stamp guida di notte abbia parecchio ispirato Lynch per il suo Strade Perdute.

Giuseppe Pili ha detto...

Che bel post. Quanti ricordi.
Quando sono andato a vedere Shining io avevo avevo 14 anni appena compiuti, ed è stato un imprinting tremendo. Il nostro cinema non faceva entrare i minorenni, tanto che per vedere Tenebre (vietato ai 18) avevo pregato mio padre di venire con me, perché sapevo che questa era la prassi: niente da fare, siamo stati respinti alla cassa.
Che incubo l'episodio di Fellini... Assolutamente straordinario.
Lui aveva una sensibilità particolare, era decisamente portato per questo genere... vi ricordate che suggestione l'apertura della casa sepolta durante gli scavi della metropolitana in "Roma"?

Rita ha detto...

Ciao Jo,
sì, bellissima scena quella che ricordi di "Roma", molto evocativa e suggestiva, come tutto il film del resto, un'opera in cui Fellini ha saputo egregiamente cogliere lo spirito profondo di Roma (tanto di quella antica, quanto di quella odierna, un carattere che, mutando tempi e costumi, resta peculiare).

Io sono sempre riuscita ad entrare ai film vietati, un po' perché nei cinema di provincia che frequentavo, conoscevo anche sempre il proprietario e quindi volentieri chiudeva un occhio, un po' perché talvolta l'accompagnamento di mamma faceva la differenza.
Si vede che tu e tuo padre, in quell'occasione, avevate beccato un tipo particolarmente fiscale. ;-)

Martigot ha detto...

Conosco di nome Il Serpente e L'Arcobaleno, ma non l'ho mai visto, e neppure The Descent.
Sì, tremenda anche la disconnessione di Hal :(

Andrò a leggere Lovecraft, nella mia copertina riscaldata (sperando di non trasformarmi in una bistecca)

ciao!