sabato 25 febbraio 2012

Noi antispecisti saremmo intimamente fascisti (così scrive Luigi Ronda)

Gli articoli contro l’antispecismo e i suoi sostenitori (stavolta, perlomeno, ci è stato risparmiato l’appellativo di “rogna” e forse si è pure riuscito a capire, finalmente, da chi provenisse tale scelta poco felice) continuano su Minima et Moralia (ne prendo atto per vie trasversali).
Questa volta interviene Luigi Ronda, con questo pezzo di cui metto il link a seguire:


Tale articolo rivela, a mio avviso, una gravissima mancanza nella sostanza: si continua a criticare l’antispecismo senza sapere esattamente cosa sia, riducendolo ad un affare di cappottini, cagnetti, gattini e così via, oppure, pur sapendo bene cosa sia - fatto ancor più grave - si argomenta in maniera intellettualmente disonesta, riportando, strumentalizzando, distorcendo parole e pensieri presi a casaccio da vari blog antispecisti (tra cui quello di Sdrammaturgo e di De Spin) estrapolandoli dal contesto di base entro il quale sono stati scritti: contesto satirico (quello di Sdrammaturgo), di uso retorico dell’iperbole per meglio esprimere determinati concetti (quello di De Spin).

Se io, per distruggere dialetticamente un avversario, prendo una sua frase a caso e la riporto tacendo però l’intero contesto entro il quale è stata pensata ed espressa, significa che non ho un’onesta intenzione di discutere, argomentare, capire, ma solo quella di vincere. Oltretutto, non è attaccando l’autore di un’affermazione, bensì l’affermazione stessa, che si dovrebbe procedere in una discussione.

Ovviamente, di tanti articoli esistenti in rete sull’antispecismo, manco una parola e, non lo dico per vanteria, sia chiaro, manco una parola sulla mia argomentata risposta all’intervista a Savater, però mi si continua a dare dell’ignorante perché oso contestare la corrida senza essere mai andata a vederne una dal vivo; come se per opporsi all’uccisione di un essere vivente indifeso, serva di assistere da vicino. Allora, che so, non dovrei nemmeno oppormi alla pena di morte, visto che, fortunatamente, non ho mai assistito ad un’esecuzione dal vivo.
Allora io trovo che questa di Ronda sia una maniera intellettualmente disonesta di procedere perché, visto che vengo tirata in ballo con il mio nome, allora gradirei che venissero riportate le mie critiche per intero, senza continuare ad attaccarmi sul solo fatto che non ho mai visto una corrida dal vivo (fatto di cui, peraltro, vado molto fiera; sarebbe per me una vergogna l’esservi andata, seppure magari da bambina: fortunatamente i miei genitori erano persone civili e a vedere spettacoli in cui viene ucciso un animale indifeso non mi ci portavano).

Nell’articolo in esame tutta la questione dell’antispecismo viene - erroneamente o in malafede è ancora da stabilire -  ridotta, semplificata e liquidata - in maniera davvero grossolana e sbrigativa - assimilandola ai comportamenti eccessivi che alcuni amanti degli animali (che spesso non sono nemmeno antispecisti, ma soltanto persone che, semplicemente, amano i loro animali) riserverebbero ai loro amati, comprando loro costosi cappottini o “umanizzandoli”.
In pratica la serissima questione dell’antispecismo, questa importantissima rivoluzione culturale che vede tra i suoi primissimi fondatori importanti filosofi, grandissimi artisti, uomini di scienza e di grande intelletto, noti uomini di spettacolo, atleti bravissimi ecc. (un giorno pubblicherò magari una lista degli antispecisti più famosi, pure se il termine antispecismo è stato coniato solo relativamente di recente), viene ridotta ad un affare di gattini e cagnolini col cappottino.
Ora, chi mi segue da un po’, sa benisssimo che l’antispecismo è tutta un’altra cosa e significa lottare non solo contro lo sfruttamento degli animali da parte dell’uomo, ma contro OGNI forma di sfruttamento (anche di uomini contro altri uomini) per arrivare ad abolire ogni forma di discriminazione o di pretesa di superiorità di una specie sull’altra.
Oltretutto, un vero antispecista, non andrebbe mai a comprare un cucciolo di animale in un negozio, opponendosi al fatto che degli esseri viventi possano essere considerati come merce e se le case di molti di noi sono piene di gatti o cani non è certo perché li abbiamo comprati o perché ci piace mettergli il cappottino, ma solo perché li abbiamo soccorsi e salvati da situazioni di reale pericolo (trovati investiti, ammalati, o semplicemente abbandonati e sperduti, quindi bisognosi di cure).

Il punto più ridicolo dell’articolo poi viene toccato, come anche nell’articolo precedente, quando si cerca di difendere l’ignobile pratica della corrida cercando di farla passare per uno spettacolo di nobilissima tradizione e di altissimo valore culturale, contestando alla sottoscritta che non si tratterebbe affatto di un bieco spettacolo ludico (come ho affermato) e tacciandomi di ignoranza perché prima di esprimermi contro la corrida avrei dovuto studiare ben bene l’intera tradizione della Tauromachia dalle origini ad oggi e, quantomeno, andare a vederne una manifestazione dal vivo.
Ora, forse per il torero o chi trascorre il suo tempo a studiare la corrida sui libri, potrà anche trattarsi di uno spettacolo di altissimo valore culturale in cui si mette in scena il tema della rimozione della Morte nella cultura occidentale o il rito della sfida dell’uomo contro la natura ed altre belle cosette, ma rimane, incontestabile, il fatto che un animale indifeso viene barbaramente ucciso (se non volete credermi sulla parola, visto che non ho mai assistito ad una corrida dal vivo, vi basterà guardare il video che ho messo nel post precedente, video che riprende varie scene da vari spettacoli, oppure andare a guardarvi uno dei tanti che sono diffusi in rete ed anche sul sito La Vera Bestia), e per capire questo incontestabile fatto non mi serve, non ho affatto bisogno di leggermi i libri sulla corrida (tantomeno quello di Nucci), ma mi basta sapere che, appunto, un animale indifeso viene ucciso. Inoltre non credo di affermare chissà quale eresia quando affermo che la corrida mette in scena la morte di un essere vivente indifeso per un bieco scopo ludico, infatti non credo proprio che la maggior parte delle persone che vi va ad assistere e che paga per farlo, vi vada per altro che non per puro divertimento. Non credo che tutti gli spettatori, tra cui, purtroppo, anche bambini, ci vadano per assistere al tema della rimozione della Morte nella cultura occidentale, essendoci, nella massa del pubblico, persone che sicuramente mai si sono interessate a questioni di siffatta natura di antropologia culturale. Può essere che mi sbagli, che invece tutti gli spettatori che solitamente vanno alla corrida, siano persone seriamente convinte di star assistendo ad un nobile spettacolo di profondissimo valore culturale che mette in scena il rito, e il mito, e il tema, e il simbolo e blà blà blà blà blà blà, ciononostante, non bastano tutti questi cavilli e giustificazioni di natura intellettuale ed antropologica per negare che un animale indifeso viene barbaramente ucciso (e poco importa quanto duri il tutto, se solo un quarto d’ora, come afferma Nucci, pochi secondi, o molto di più).

Nell’articolo si stigmatizza poi in particolare il fatto che noi antispecisti avremmo osato paragonare le mostruosità degli allevamenti (veri e propri lager, ed anche qui, se non mi volete credere sulla parola, vi prego di andarvi a vedere il video sull’allevamento delle galline ovaiole Bruzzese, ad esempio, giusto per citarne uno dei più recentemente diffusi, o altri che quotidianamente vengono pubblicati sempre sul sopracitato sito La Vera Bestia, ma anche su youtube, in numerosi altri siti, e che, sempre di recente, anche la RAI ha mandato in onda in qualche servizio) all’Olocausto degli Ebrei.
A parte che i primi ad introdurre questa analogia sono stati proprio tanti Ebrei sopravvissuti ai campi di concentramento (e nessuno, purtroppo, meglio di loro può sapere cosa significhi venire catturato, imprigionato, maltrattato, privato della dignità, picchiato, torturato, ucciso), ma anche esimi filosofi, tra cui Adorno, così si sono espressi: “Auschwitz inizia quando si guarda a un mattatoio e si pensa: sono soltanto animali.”

Ovviamente nell’articolo, Ronda, per ridicolizzare tale analogia, afferma: “6 milioni di ebrei contro una coscia di maiale. Simpatico, no?
Beh, caro Ronda, qui non si tratta di una coscia di maiale, ma di miliardi di animali che vengono uccisi ogni giorno in tutto il mondo. Le cifre parlano chiaro. Si informi. Magari si trattasse solo di una coscia di maiale ogni tanto (fatto che sarebbe comunque gravissimo perché anche ogni singola vita merita rispetto e di vivere), si tratta invece purtroppo di miliardi di esseri viventi che vivono rinchiusi in spazi angusti, privati della loro libertà, privati della dignità che solo la possibilità di vivere una vita consona alla caratteristiche di specie cui appartengono rende possibile. Miliardi di esseri viventi che vengono fatti nascere e vivere in condizioni che definire terrificanti è un eufemismo - o anche, come nel caso, pare, dei tori lidia fatti vivere comunque bene, ma per venire comunque condotti nell’arena per essere uccisi - al solo scopo di soddisfare gli appettiti di gente che si diverte ad andare a vedere le corride o di altri che pensano solo alla propria egoistica soddisfazione del proprio palato.
Ma la chicca più bella dell’articolo è quando noi antispecisti veniamo fatti passare per essere dei fascisti che vorrebbero imporre un unico pensiero (per inciso, lo ribadisco, il nostro pensiero unico è quello del rifiuto e della condanna di ogni forma di violenza; o dovremmo forse ergerci a favore della violenza, dell’uccisione, del sangue, della discriminazione, della superiorità razziale e di specie?).
Noi saremmo fascisti. Noi che lottiamo affinché ogni forma di prevaricazione venga eliminata, noi saremmo fascisti.
Ma invece chi prende un toro e lo costringe ad entrare in un’arena? Ma invece chi permette che miliardi di animali vengano rinchiusi in lager angusti al solo scopo di venire uccisi? Ma invece chi afferma che l’uomo è la specie superiore a tutte le altre sul pianeta e per questo si può arrogare il diritto di massacrare e sfruttare tutte le altre?
Ma invece chi ridicolizza il pensiero della non-violenza e dell’abbattimento di ogni forma di prevaricazione e di discriminazione al solo scopo di vincere in una discussione dialettica, dimostrando, ancora una volta, di non avere serie argomentazioni da opporre all’antispecismo se non quella di difendere ad oltranza l’uccisione di miliardi al giorno di esseri viventi?
Ronda, mi faccia il favore. Continui pure a mangiare la coscia di maiale, ma non osi e non si permetta mai più di dare del fascista a noi antispecisti. 

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P.S.: e intanto la Redazione di Minima et Moralia ha introdotto la moderazione: un mio commento, pacato, educato, in cui ho messo il link a questo mio ultimo post e a quello in cui ho replicato a Savater, risulta essere al momento in moderazione. Nel caso in cui non dovesse venire pubblicato, lo aggiungerò qui sotto, tanto per darvi prova che non ho scritto nulla di offensivo.
Ultimo aggiornamento: ora il mio commento non risulta più essere nemmeno in moderazione. Semplicemente hanno voluto impedirmi di dire la mia (e poi fascisti saremmo noi antispecisti!).
Non mi resta che pubblicare qui il mio commento, che era questo:

"Intervengo ancora, contraddicendomi (avevo detto che non sarei più stata presente in questo spazio) perché per me, contrariamente a quel che sembra credere Ronda, l’antispecismo non è una questione di cagnetti e gattini, non nel senso in cui lo intende lui, ma un argomento sostanzialmente molto più profondo e complesso e di certo non posso perdere l’occasione di dare un piccolo contributo a quella che ritengo essere l’unica strada percorribile per abolire ogni forma di violenza e di discriminazione, una strada che certamente è in direzione di un fine eticamente evolutivo e della conquista di una sempre maggiore dignità per la nostra stessa specie. Uccidere altri esseri viventi, quale sia la specie cui appartengono, ci dequalifica come esseri senzienti che hanno come fine un’evoluzione di tipo anche etico (oltre che tecnologico o di tipo meramente biologico). Sono convinta altresì che verrà un giorno in cui sapremo guardare con orrore a questi tempi in cui è ancora considerato naturale, ovvio, normale, sfruttare miliardi di esseri viventi (e non una sola coscia di maiale di contro ai 6 milioni di Ebrei, capito Ronda?), considerarli semplicemente oggetti, mere risorse rinnovabili (rinnovabili: ne muore uno, ce ne sono altri miliardi).
Metto il link alle repliche ai vostri due articoli, repliche che ho scritto sul mio blog (essendo un blog, tra le altre cose, anche antispecista).
E per favore, gradirei che la si smettesse di dire che per contestare l’uccisione di un toro in un’arena serva di conoscere nei particolare la storia della Tauromachia o assistere ad uno spettacolo dal vivo; sarebbe come affermare che per essere contrari alla pena di morte, sia necessario assistere ad un’esecuzione dal vivo." 

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P.P.S.: Mi accorgo (26 febbraio) che la Redazione di Minima et Moralia, forse dopo aver letto il mio post scriptum, ha finalmente pubblicato il mio commento.

34 commenti:

Erika ha detto...

Biancaneve, ti volevo dire una cosa, io mi sento animalista e sono vegetarian. Penso che vada bene anche la parola animalista, a me piace di più.
Ovviamente non considero animalista vero chi mangia i panini al prosciutto.

Erika ha detto...

L'anti-specismo a 360 gradi dovrebbe prevedere che tutti gli animali possano fare quello che gli pare, per esempio liberi anche di correre in mezzo alla città o pascolare in mezzo ai parchi o dove vogliono?

de spin ha detto...

Ha! Ha! Avete visto?
Hanno attribuito a me una frase di Volpina!

In quel post si legge:

Lo stesso Massimo in una cavalcata contro chi macella e consuma carne, pubblicata sul suo sito, ci informa che (cito) “Credo che chi faccia del male meriti del male. Non si parla ovviamente di chi mangia la carne (anche se se lo meriterebbero pure loro) ma di chi macella si. SI, cazzo, meritano di morire perchè sono STRONZI, consapevoli d’esserlo.” (qui: http://despin67.blogspot.com/2012/02/carne-umana.html#comment-form9).
I macellai, per l’antispecista Massimo, meritano di morire.


Ma questo lo dice Volpina, non io!

Sono proprio ganzi questi "giornalisti" !

Erika ha detto...

de spin però tu hai fatto il post sulla carne umana, io te l' avevo detto che non va bene scrivere certe cose, il vero vegetarismo è non violento a 360°.
Tu dici che non segui il mio blog, io credo invece di avere una posizione veramente non violenta.

Rita ha detto...

VegetarianTrav

L'antispecismo prevede che gli animali e gli esseri umani vivano in pace la loro esistenza, senza essere schiavizzati e sfruttati da nessuno.
Gli animali liberi solitamente non vivono in città, lì ce li porta l'uomo o ce li ha portati tanto tempo fa.
I leoni devono vivere nella Savana, non dentro le gabbie degli zoo in città o nei circhi; ovviamente se oggi un leone dovesse fuggire da uno zoo non andrebbe lasciato libero di scorrazzare in mezzo al traffico, ma per l'antispecista andrebbe preso e gradualmente reintrodotto in natura, nel suo habitat naturale.

Il problema del randagismo di cani e gatti, ad esempio, è stato causato dall'uomo che ha iniziato ad abbandonarli, sia i cuccioli, che gli adulti e poi si sono riprodotti.
In un mondo prossimo futuro a misura antispecista i randagi non dovrebbero esserci in città e tutti gli animali devono vivere nel loro ambiente naturale, quindi, tranne casi isolati, non nei centri ubani. Poi certo, forse il discorso per i cani e gatti è un po' diverso perché ormai si sono adattati a stare nei centri urbani, sono animali che hanno imparato ad interagire con l’uomo, a vivere con l’uomo e penso che non ci sia sofferenza per loro nel vivere insieme a noi, purché li si tratti bene, li si faccia correre, gli si dia la possibilità di stare in spazi aperti e di fare ciò che le loro caratteristiche richiedono.
Anche i gabbiani, i piccioni ormai si sono adattati alla città perché trovano cibo, e quindi, se questo è diventato il loro habitat, che restino pure. Il mondo appartiene a tutti, non solo alla specie umana. Ma si sa, alcuni di noi vorrebbero persino impedire ad altri esseri umani di migrare, di spostarsi, di cercarsi un luogo in cui vivere, figuriamoci cosa possano pensare degli animali.

Anche il commercio di animali deve finire. Poi se un cane diventa amico dell'uomo, è un altro conto, ma la relazione deve essere reciproca, non dovrebbe mai essere che l'uomo entra in un negozio e lo compra. Una relazione di amicizia non dovrebbe mai basarsi sul commercio.
Per l'antispecista gli animali sono specie che non devono in nessuna maniera essere usate dall'uomo, o comprate, o addomesticate, o ridotte al rango di oggetti.
Certo, questo del reintegro in natura delle specie è un percorso lungo, ma intanto potremmo iniziare sul serio, noi come specie umana intendo, a smettere di sfruttarli allevandoli per poi mangiarli, a smettere di ridicolizzarli nei circhi, a smettere di usarli nelle corride ecc.ecc.
Io al momento vivo con diversi gatti, come sai, ma non sono andata a comprarli nei negozi, li ho trovati in situazioni di enorme difficoltà (feriti dopo essere stati investiti dalle auto, malati, abbandonati quando erano ancora cuccioli in zone di enorme traffico dove, nella migliore della ipotesi, sarebbero comunque finiti sotto a qualche auto). Non è colpa mia se la gente abbandona cani, gatti e persino i coniglietti ed i criceti. Ovvio che in questo modo si crea il randagismo nei centri urbani. E allora, quando si trova un randagino in difficoltà, credo che sia un dovere aiutarlo, o almeno lo è per me che affermo di amare gli animali e non solo a parole. Non sono una che tira dritto quando trova un essere in difficoltà, qualsiasi specie appartenga, tanto umano che animale. E sapessi (e non lo dico per vantarmi) quanti uccellini, piccioni feriti spesso trovo e provvedo a metterli in salvo, portandoli alla Lipu.
Comunque è semplice, per l’antispecismo, nessuno deve usare nessuno. Siamo tutti esseri liberi.
E, quando possiamo, dovremmo aiutarci l’un l’altro, non cercare di prevaricarci a vicenda.

Giorgio Cara ha detto...

Se non fosse per la tragedia che queste forze lasciano condannare ogni minuto centinaia di migliaia di animali ai più atroci destini (basta vedere il famoso contatore de La Vera Bestia - laverabestia.org - che peraltro dà conto, come là specificato, solo di quelli uccisi dall'industria della carne, del latte e delle uova, ed esclusi i pesci), sarebbe persino umoristico. Il fatto che questa "intellighenzia" di sinistra difenda corride, vivisezione ecc.: per il ruolo fondamentale verso il progresso dell'essere umano (ah, il luminoso progresso) da una parte, e per l'inalienabile difesa della tradizione (ah, il profondo significato culturale della tradizione) dall'altra.
Sono persone simili a queste che hanno esultato per l'uso del burqa "come simbolo di libertà". Purtroppo è vero.
Il limite è proprio nell'ideologia che costoro hanno come pane quotidiano; tempo fa, se non sbaglio sul tuo blog, c'era stata una vivace discussione proprio sul punto: che le ideologie, cioè, sono sempre negative, perché ti impongono questo e quello sopra il pensiero individuale. E figurarsi una che riduce tutto ad significato meramente economico; o che almeno da questa premessa parte e prospera.
Quel che è allucinante è l'accusa di "fascismo" rivolta agli antispecisti, mossa da gente che accetta ed anzi esalta la violenza perpetrata verso gli esseri più deboli, gli animali. E' accusa facile: "non la pensi come me: sono legittimato ad attaccarti perché ho ragione. Che fai, rispondi contestandomi? Allora sei un fascista, perché non accetti il mio avere ragione".
Con questi presupposti, al posto tuo, Rita, lascerei perdere e non mi amareggerei più di tanto: evidentemente non sei gradita da quelle parti. Forse perché dici delle cose sensate, o perché prendi a cuore le questioni, o fors'anche, semplicemente, perché sei donna. Io questo non lo so; so solo che presto pubblicheranno un bell'articolo "riparatorio", che - già lo prevedo - sarà quanto più possibile politically correct, scritto - per la soddisfazione generale - secondo i canoni della medesima ideologia, ma con punti di vista che tenderanno a dimostrare che c'è un'altra interpretazione dei testi sacri e/o una scuola di pensiero evolutiva in merito.
E intanto gli animali continueranno, minuto dopo minuto, ad essere oppressi nella violenza, nel terrore e nella morte.
Per alcuni, tanto, continuerà ad essere gran segno di libertà pensarla in modo "progressista" sul punto: "libero tu di difenderli, di godermi lo spettacolo di vederli uccidere io".
Bah!

Rita ha detto...

E comunque intanto il mio commento non l'hanno pubblicato.
E poi dicono a noi di essere dei fascisti! Chi usa la censura, com'è invece? E come avete potuto leggere il mio commento non era affatto offensivo, ma pacato e serio.

Chissà, forse dà fastidio vedere che si riesce ad argomentare in maniera seria laddove loro hanno solo strumentalizzato parole e pensiero altrui tentando di farci passare per persone violente.

E Minima et Moralia si definisce blog culturale. :-D Sì, come no...

Rita ha detto...

@ giorgio

Riporto questo tuo pezzo:
"Quel che è allucinante è l'accusa di "fascismo" rivolta agli antispecisti, mossa da gente che accetta ed anzi esalta la violenza perpetrata verso gli esseri più deboli, gli animali. E' accusa facile: "non la pensi come me: sono legittimato ad attaccarti perché ho ragione. Che fai, rispondi contestandomi? Allora sei un fascista, perché non accetti il mio avere ragione"

Esatto. L'accusa di essere dei fascisti è la più allucinante.
Gente che si fa bella con parole come democrazia, progresso, libertà, rispetto e così via e poi esulta quanto un toro viene ucciso dentro un'arena e distorce totalmente il significato della parola "amore" scrivendo "adoro il maiale per le sue carni squisite".
E poi questa gente si sciacqua la bocca vantando nonni che hanno contribuito a liberare l'Italia dal fascismo. Beh, tutto il mio rispetto per quel nonno, che almeno si esponeva rischiando la propria vita in prima persona, cosa che di certo non può in alcuna maniera dimostrare di fare il nipote Ronda nel momento in cui si appresta a gustare la coscia di maiale.

Anonimo ha detto...

Penso tu abbia ragione su tutto, ma una cosa la voglio aggiungere: se quelli di Minima et Moralia hanno bisogno di ricorrere a questi mezzucci da salotto televisivo (ma non era un blog culturale?), significa che sono a corto di argomenti seri. E come potrebbero averne? Si son messi a difendere l'indifendibile, e questo hanno a disposizione: strumenti ridicoli. Come spiare blog personali, estrapolare battute dal loro contesto, forzare le parole altrui e mettersi ad esaltare la forza e lo scorrere del sangue (davvero le continue immagini di violenza che usano ricalcano un vitalismo di stampo fascista, e nemmeno se ne accorgono...). Ad ogni modo di questo post assolutamente grottesco non si sono lamentati solo gli antispecisti, io lo considero a tutti gli effetti un plateale autogoal. Certo l'infinita scorrettezza del tutto dà molto fastidio.

Rita ha detto...

@ Serena

Ti ringrazio per questo commento.
Sì, penso anche io che alla fine si siano fatti un plateale autogoal, e proprio per la maniera scorretta in cui hanno portato avanti l'intera discussione, a partire dal primo articolo con quel titolo che già si poneva come "attacco" e non come seria volontà di introdurre una critica all'antispecismo.

Ci hanno detto che saremmo fascisti solo perché abbiamo osato contestare la violenza e la prevaricazione, senza rendersi conto dell'atteggiamento fascista implicito invece proprio in chi schiavizza e sfrutta miliardi di animali (addirittura Ronda benedice la sperimentazione animale... ebbè.. mica devo ricordarlo io cosa facevano i Nazisti, no?).

Lo ammetto, io sono rimasta tanto infastidita da tutta la vicenda, ma alla fine andrò avanti per la mia strada, fatta di scelte rispettose della vita altrui, in difesa degli animali, delle persone, qualunque specie appartengano. I Raimo, Nucci e Ronda qualsiasi andranno avanti per la loro, fatta di soprusi e violenza. Se ci incontreremo ancora, lotterò, come faccio sempre.
Mi avranno pure censurato il commento (giusto per restare in tema di fascismo), ma fortunatamente posso ancora esprimermi in altri luoghi.

Giorgio Cara ha detto...

Che poi - e con questo chiudo il discorso per quanto mi riguarda - chissà perché questi quando non sanno più che dire hanno sempre un nonno/padre/zio/fratello partigiano da tirar fuori, se non fossi antispecista direi: come un coniglio dal cilindro.
Fa molto chic; altro che dire, che so: "il mio trisavolo era membro sostenitore del Regio Ente Protezione Animali".

Rita ha detto...

Ma poi che c'entra, allora pure mia nonna nascondeva i partigiani in casa per offrire loro protezione ed aiuto (verissimo! Testimonianza di mia mamma che all'epoca era bambina, ma si ricorda benissimo).
Quello che faceva mia nonna non può servire però a nobilitare i miei discorsi perché io devo essere in grado di argomentare con le mie idee, troppo facile sarebbe se mi vantassi e mi facessi bella con i meriti altrui.

Ripeto, almeno il nonno di Ronda rischiava la vita in prima persona, mentre lui quando va a guardare le corride mica rischia niente... eh eh... e nemmeno quando se magna er pollo arrosto.

Poi certo, ho capito che Ronda intendesse dire che suo nonno è stato un grande uomo eppure mangiava gli animali, ma dio santo, erano pure altri tempi e si era in tempo di guerra e fame. A quei tempi non c'era questa sensibilità ed informazione che c'è oggi.

Erika ha detto...

Biancaneve però le persone che vivono nella savana o nella foresta non credo che vogliano stare in mezzo ai leoni, io mi sento animalista.

Erika ha detto...

Essere animalisti non significa essere autoritari però se una persona animalista usa toni minacciosi e terroristici è autoritaria eccome.
Il movimento lgbtq con grande civiltà e pacificamente e anche con molto dolore ed estrema sofferenza sta raggiungendo risultati dopo decenni ( non certo in Italia ahimè ).

Volpina ha detto...

Se anche solo servisse a salvare tutti gli animali del mondo non esiterei un attimo ad urlare in modo perpetuo "Boia chi molla" o "si lavora e si produce" e tutte ste cazzate.
Vaffanculo a fascisti, comunisti e a tutta sta gente di merda. La politica è inutile e non c'entra niente con la scelta di non fare del male.
Oggi mi gira pure male per cui vorrei proprio spaccare la faccia ad un tipo come sto qua.

Volpina ha detto...

Sono molto felice che la mia frase sia stata riportata, non importa a chi sia stata attribuita. Di certo non credo di aver detto qualcosa di cui pentirmi.
Penso che chi sia consapevole di fare del male meriti altrettanto.
In molti paesi dell'america chi uccide viene ucciso. Loro sono dei fascisti...?
Ma per piacere va... lasciamo da parte la politica e ragioniamo un secondo...
Comunque, vegan TUTTA la vita.

Rita ha detto...

Ciao Volpina :-)

Non sono stata certo io a mettere la politica in mezzo, ma visto che loro ci hanno accusato di essere intimamente fascisti, ho voluto rispondere mostrando il paradosso dell'accusa che ci viene rivolta. Tutto qui.

Io la politica non ce l'ha metto in mezzo perché per me non c'è bisogno di essere comunisti o altro per poter imparare che ogni essere vivente è meritevole di rispetto.
Sono una persona che vive fuori da ogni schema ed ideologia, compresi quelli politici. Come ho scritto in un recente post, la mia visione del mondo è esistenziale, non politica o economica.

Comunque Volpina, con gente simile non si deve ragionare perché è inutile. Non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire.

Uno che afferma che la corrida è uno spettacolo culturale parla una lingua diversa dalla mia, una lingua che non voglio imparare.

Concentriamoci su altro Volpina e non disperdiamo le nostre energie, OK?
Un abbraccio.

Anonimo ha detto...

come sempre manco due giorni e succede il finimondo!

incredibile tutto ciò che ho letto!

complimenti biancaneve! davvero complimenti, il tuo cuore pulsa in ogni tua parola!
il mio sogno?
tu, de spin, volpina ed altri come voi nella stessa grande stanza ad insegnare l'umanità, la vera umanità, l'empatia, l'Amore verso gli altri esseri viventi.

un plauso a te e agli altri.

grazie!

Rita ha detto...

P.S.:

comunque Volpina non prenderei come riferimento un paese come l'America il quale è stato il primo ad introdurre il concetto di allevamenti intensivi su modello dell'allora nascente Fordismo.

La pena di morte (applicazione dell'occhio per occhio, dente per dente vetero-testamentario) non è certo una pratica che mi sento di appoggiare, anzi, l'avverso con tutte le mie forze, anche perché, in quanto persona che rispetta la vita, non potrebbe essere altrimenti.
Purtroppo la legge è dalla parte dei macellai, degli allevatori, di tutta questa gente che uccide e schiavizza gli animali e noi dobbiamo lottare affinché la legge cambi e cambi la cultura e la mentalità della gente (così come in passato è stato fatto per arrivare all'abolizione della schiavitù dei neri), perché se ci mettiamo a rispondere con altrettanta morte, allora non saremmo molto diversi da coloro che intimamente condanniamo.
Capisci cosa intendo? Se io rispondo al macellaio volendo ucciderlo a mia volta, si innesca un giro di violenza infinita e non è quello che voglio.
Quindi lotto affinché cambi la mentalità della gente e il macellaio possa pian piano smettere di esser tale, dedicandosi magari ala vendita di seitan (in un futuro che spero prossimo).

Intanto, per restare in tema corrida, in Catalogna (se non erro) è già stata abolita. Un piccolo traguardo. Alla faccia dei vari Nucci e Raimo.

Rita ha detto...

@ Rò

Cara Rò,
te l'ho già detto, ma voglio ripetertelo: tu, il fatto che hai deciso di diventare vegetariana anche dopo avermi letta (e pensa che ieri un'altra ragazza ha scritto la stessa cosa), mi riempi il cuore di vera gioia perché significa che davvero le mie parole ed il mio impegno a qualcuno riescono ad arrivare.
E questa grande immensa soddisfazione mi ricompensa per tutta la delusione provata leggendo i vari Nucci, Raimo, Ronda di questo mondo. :-)

Volpina ha detto...

@Biancaneve: sicuramente devo ammettere di essere stata rude e un po' cruda... ma è l'unica maniera.
Una provocazione insomma. Fermo restando che considero macellai e compagnia bella indegni di vivere.
(rincariamo la dose!)
Grazie delle tue parole. Sono felice di leggere che comunque ci si sostiene e si sta vicini, anche se virtualmente.

Rò, sarebbe stupendo. Se non fossi nella cacca economicamente parlando, mollerei davvero tutto e andrei alla caccia della predica perenne.
Comunque ho deciso che il prossimo testimone di Geova che mi ferma si becca una bella dose di conversione vegana.

Rita ha detto...

Sì, io lo capisco il senso dell'uso delle tue parole forti, capisco l'uso dell'iperbole che in certi casi ci sta bene, però poi purtroppo viene strumentalizzato da certa gente che è palesemente in malafede, quindi bisogna sempre cercare di fare un discorso costruttivo.

Poi, per carità, anche io uso spesso toni molto duri e faccio di frequente analogie tra i macellai, gli allevatori ecc. ed i Nazisti (perché è vero, tanto gli uni quanto gli altri schiavizzano esseri senzienti), e dico che a mangiare carne si è colpevoli di dolore e morte ecc., ma mi sto rendendo conto che su alcune persone funziona di più il discorso positivo di quanto sia bello essere vegan, che non di quanto sia brutto essere mangiatori di carne.
Insomma, ci vuole un po' e un po', ci vuole di equilibrare i due messaggi: mostrare immagini di dolore e morte per un po', ma anche mostrare che è nelle nostre possibilità fare qualcosa per eliminare tutta questa sofferenza.

Poi certo, a gente come Ronda, Nucci, Raimo io non ho nulla da dire. Quella è gente che è bene che stia alla larga da me.
Gente per cui alla fine provo infinita pena.

Volpina ha detto...

hahahahha grande... penso che si arrabbierebbero se leggessero le tue ultime frasi.
Con mia grande soddisfazione :D

Rita ha detto...

E invece ho voluto dirgli ancora qualche cosetta, di là, su Minima et Moralia.
Vai a vedere, ma resta calma, ti prego, non disperdere più di tanto le tue energie. ;-)

Volpina ha detto...

Uhh ma ho visto... ho visto e ti devo ringraziare. Non pensavo che qualcuno potesse essere così pusillanime. Ma almeno è servito a farmi capire ancor di più quanto tu sia davvero una persona corretta e buona.
Grazie.

Rita ha detto...

Non mi devi ringraziare. Figurati. :-)

Ho appena letto la tua tirata su Minima... e mi sono commossa. Dalle tue parole traspaiono una sana indignazione e rabbia ed una purezza cristallina.
Quelli stanno tutti a fare gli schizzinosi e gli offesi perché gli si è detta la verità e cioè che mangiare carne è un atto violento, che la corrida è morte e sofferenza. Certo, la violenza nel mangiare carne non riescono a vederla perché ci ha pensato qualcun altro ad uccidere gli animali per loro, ma è implicita nell'atto stesso di aquistare la carne perché si sa che facendolo si partecipa di un sistema di sfruttamento e morte.
La violenza della corrida invece è lì, davanti ai loro occhi, un toro viene ucciso in diretta, ma secondo loro è giusto così (anche perché Nucci poi dice che la sua carne è squisita e certo da un mangiatore di animali che ti vuoi aspettare?).
Io non li capisco: attraverso le loro scelte provocano la sofferenza e la morte di migliaia di animali e però non se lo vogliono sentir dire. E si offendono se glielo si ricorda.
Ma secondo loro come avremmo dovuto intervenire? Dicendogli cari, che carini, e baci e abbracci come qualcun altro, purtroppo, ha fatto?
Un abbraccio.

Anonimo ha detto...

Ciao B. o R. non so come chiamarti... scusa ma ho voluto visitare il tuo blog... compliementi.
Sono uno di quei "poveracci" che tanto compatisci perche' vedono le corride e non lo trovano devastante. In ogni caso mettiamola cosi': per nutrire il tuo gatto muoiono cioe' vengono uccisi degli animali. In qualche modo lo accetti, anche obtorto collo. Non siamo cosi' diversi. Io accetto che per nutrire mio figlio muoiano degli animali. Il modo di vivere/morire della corrida al di la' delle apparenze e' meno peggio dell'altro, quello del macello. E assume un valore di "espiazione" di tutti i massacri perpetrati agli animali a fini alimentari, dei quali in certa misura mi sento corresponsabile. Qui il salto e' lungo, abbisognerebbe di approfondimenti, capisco che non vuoi sentirtelo dire. Capisco anche benissimo che di fronte all'orrore del sangue rifiuti di volerci ragionare sopra. Solo vorrei farti capire perche' persone anche colte (non io che sono solo laureato, non Nucci che e' una persona squisita (non in senso alimentare), non Ronda consigliere comunale di Piacenza nel PD presidente di una cooperativa sociale ma Picasso, Garcia Lorca, Almodovar e tanti altri grandissimi artisti non certo machisti o fascisti o...) non bollano come inaccettabile questo spettacolo, anzi lo ammirano. Se non ci fosse qualche valore dietro non sarebbe accettabile e io ho approfondito questo tema proprio perche' non riuscivo a capirlo. Una volta accettato in sede morale, dopo non e' che ogni volta ci rifacciamo tutto il ragionamento sopra. Capita pero' spesso di doversi difendere da tanti amici che non capiscono. Siamo abituati. Ammiro comunque la tua passione, credo pero' che nessuno di quelli che hanno scritto siano scevri da contraddizioni. Ti rispetto. Ho solo un ultimo dubbio: tu non hai figli vero? I figli, volenti o no, ci obbligano a smussare certi assolutismi. Almeno capita spesso. Un cordiale saluto anche a tutti i tuoi amici che mi hanno definito un poveraccio (per fortuna non sono stato citato, e, in effetti, nemmeno tanto considerato quando faccio domande serie e pregnanti... semmai liquidato con scherno).
Francesco Crovetti - Bologna

Rita ha detto...

Francesco, guarda che l'essere istruiti, laureati, consiglieri comunali e persino grandi poeti e scrittori, non aggiunge, ai miei occhi almeno, alcun valore aggiunto, se non quello di essere appunto istruiti ecc..
Perdona il gioco di parole, quel che voglio intendere è che conosco grandissimi scrittori ed artisti in genere o persone validissime in altri campi che però, sempre ai miei occhi, si intende, non meritano la mia stima sotto altri profili.
Non escludo che Nucci o Ronda possano essere persone valide nel loro settore, nel loro lavoro.
Io quello che ho da dire in merito penso di averlo ampliamente scritto quindi non aggiungerò altro. Dico solo, forse non l'hai letto di là, che sapere di non poter essere ad impatto zero in questa società, non ci impedisce però di fare quello che è nelle nostre possibilità fare; nello specifico, è vero, io compro i croccantini per i miei gatti, talvolta vado in macchina, consumo energia, quindi ci metto del mio per inquinare e sporcare il mondo e anche, attraverso il cibo per gatti, probabilmente a tenere in piedi gli allevamenti; però evito di fare ciò che non reputo necessario, come nutrirmi a mia volta di animali; faccio quello che è nelle mie possibilità fare.
Poi guarda, l'ho scritto anche ieri in un altro commento, ma non ricordo più dove... comunque, esiste un centro della ragnatela che è dato dall'allevamento ai fini alimentari. Poiché si tratta di business, l'imprenditore cerca di non sprecare nulla e di ottenere il massimo profitto; questo comporta che dell'animale ucciso non si debba sprecare nulla e così dei resti (denti, pelle, pelo, nervi, zoccoli ed altro ancora) ci si realizzano altri prodotti di svariato tipo. Ma se intanto venisse a crollare il sistema di sfruttamento per fini alimentari ci sarebbe una riconversione totale anche delle aziende che usufruiscano degli scarti animali. Non è un'utopia. E' possibile. Certo, ci saranno tempi lunghi. Mica dico che il tutto potrà avvenire dall'oggi al domani, ma intanto io lotto affinché possa esistere domani un mondo diverso.
(continua)

Rita ha detto...

(prosegue da commento precedente)

Non ho figli, per scelta. Ma credimi che se li avessi avuti gli avrei insegnato il rispetto per ogni essere vivente. Conosco bambini vegetariani dalla nascita, o almeno dallo svezzamento (ed anche vegani se è per questo) e sono sanissimi.

Ti ringrazio comunque per essere passato a leggicchiare il mio blog e se vorrai saperne di più troverai altro materiale sull'antispecismo cliccando sulle etichette - a destra dello schermo - appunto alla voce antispecismo, animalismo ecc.
Io sono qui e, tempo permettendo (ché non sempre riesco a dedicarmi al blog con l'impegno di questi giorni), risponderò volentieri alle tue domande. Ma anzi, sono certa che, leggendo gli altri post in merito, troverai già tanto di quel che ti incuriosisce.

Finisco col dire che sono tanti anni che mi dedico a questi argomenti e, credimi, nessun assolutismo da parte mia. Nel senso che per me, quando si tratta di avere a che fare con la vita o la morte, non esistono assolutismi; esistono solo scelte. E scelgo sempre di arrecare il minor danno possibile, il minor dolore possibile. Già ce n'è tanto in questo mondo di dolore, che anziché vivere prevaricando, ho scelto di vivere rispettando.
Faccio quel che è nelle mie possibilità fare.

Ah, dai, non è vero che non sei stato preso in considerazione, ti hanno risposto seriamente in tanti, tra cui Fabrizio, credo anche Serena ma ho letto che il suo commento è rimasto bloccato (anche uno mio l'altro giorno è rimasto in moderazione per un po', poi la redazione di Minima l'ha sbloccato). Pure a me hanno dato della matta, dell'ignorante e altro ancora, e poco di quel che ho detto seriamente è stato preso in considerazione.
Ho anche capito che quel Frank Sequoia era o Nucci o Ronda stesso (troppo evidente: ricompare all'improvviso per chiedermi cosa mangiano i gatti, poi sparisce, ma al posto suo, guarda caso, scattano le domande pretestuose di Ronda), ma anche Ilaria forse è Nucci stesso dai... mica sono scema. ;-)
Può essere che mi sbagli eh, il beneficio del dubbio lo concedo. Comunque poco importa. Noi tutti, nell'essenza e nella complessità dell'essere siamo qualcosa che va oltre le etichette identitarie.

Un cordiale saluto a te, che almeno, pur restando delle tue idee, hai saputo dialogare senza acrimonia alcuna.

Rita ha detto...

P.S.:
riguardo la corrida, io penso che si possano ugualmente veicolare altrettanti contenuti culturali anche attraverso altre forme "artistiche". Mettere in scena una morte per finzione, ad esempio.

Prendi il rito per eccellenza, quello della crocifissione di Cristo: mica ogni volta si deve uccidere un uomo. Lo si fa simbolicamente. O meglio, lo si potrebbe fare simbolicamente (purtroppo invece macellano gli agnelli... solo che non resuscitano).

Credimi, non mi interessa ostentare i miei studi e le mie conoscenze, ma di arte, cultura, riti, miti ecc. ne so qualche cosina. :-)
E ritengo che si possa veicolare qualsiasi tipo di contenuto senza per questo dover uccidere sul serio.
Magari una corrida cruelty-free?

L'espiazione, il sacrificio, tutto già visto e sentito, credimi.
Conosci il teatro greco classico?
Ecco, è un ottimo esempio per dimostrare che si possono veicolare determinati contenuti senza che sangue vero sia versato (pensa che negli spettacoli classici addirittura le scene cruente avvenivano sempre fuori dalla vista del pubblico).

Conosco anche benino le tematiche inerenti la Morte e la sua rimozione nella società occidentale.
Nel mio blog, il cui titolo è Il Dolce Domani (non a caso) ho affrontato spesso il tema della Morte.
Clicca sulle etichette Morte e troverai qualcosa.

Rita ha detto...

P.P.S.:
un'ultima cosa ancora. Tu hai citato Picasso, Almodovar ecc. includendoli tra i personaggi famosi, ma allora io posso citarti invece altri tantissimi artisti che sono stati vegetariani, contro la caccia, contro lo sfruttamento degli animali; ad esempio Leonardo da Vinci, Tolstoj, Kafka, Rilke, Coetzee, Mahler... la lista è lunghissima.

Attenzione poi, se posso permettermi, all'uso del termine cultura, che tu talvolta sembri usare in un'accezione positiva; in realtà il termine cultura è neutro e significa, semplicemente, tutto quel che un popolo produce, tanto a livello di manufatti, quando di contenuti, idee, pensiero ecc..
Anche la TV è cultura, in quanto prodotto di un popolo, solo che è cultura bassa.
Tutto è cultura. In questo senso anche la corrida o i reality show, certo; bisogna vedere però quali valori e significati veicolino.
Per me la corrida veicola lo sfruttamento e l'uccisione di un animale indifeso, in primo luogo. Del resto, a quel punto, ne faccio a meno. Valori più alti li trovo altrove. :-)
Perdona la pignoleria ma così almeno non facciamo confusione sul termine "cultura".

Ti rinnovo i saluti.

Rita ha detto...

La corrida è cultura di infimo livello. Cultura di merda.
:-D

ivaneuscar ha detto...

Ciao Biancaneve, ho letto con interesse la tua replica all'intervista a Savater e al blog che l'ha ospitata.
Non ho mai capito il “fascino” della corrida, lo spettacolo della sofferenza non mi attrae e non mi esalta. C'era una canzone di Jacques Brel, “Les toros”, che ironizzava sugli spettatori delle corride: li dipingeva come persone che si sentono eroiche solo perché si immedesimano nella “lotta” che vedono sulla scena e – mentre il torero rischia “almeno” un'incornata – loro nemmeno quella, però vivono della luce riflessa dell'eterno duello fra “l'Uomo” da una parte e “la Natura” dall'altra, e si esaltano... A parte il fatto che su questo dualismo c'è molto da discutere (giacché non si confrontano fra loro, qui, due entità del tutto distinte – ma si dovrebbe aprire un lunghissimo discorso, magari in un post a parte :) ), in ogni caso se un senso può esserci nel fatto che “l'Uomo” lotti contro quella parte della “Natura” che lo danneggia seriamente (tsunami, terremoti, eruzioni vulcaniche, virus, batteri...), non possiamo trovare senso in un “duello” nel quale a impersonare “la Natura Nemica” viene costretto – contro la sua volontà – un mammifero che, se lasciato al suo habitat, ha una vita da vivere senza magari neppure dover sapere – per sua somma fortuna – chi sia e cosa voglia da lui “l'Uomo”.
Insomma, noi, per mettere in scena una “lotta rituale” nella quale vogliamo scacciare “catarticamente” la nostra paura dell'Altro (la “Natura”), sacrifichiamo la vita di un toro che, fino a prova contraria, non è affatto un nemico o, peggio, “IL Nemico”?
So che ci sono persone che si appellano alla “Tradizione” per difendere certe usanze; ma per quanto la difesa degli usi e costumi di un popolo abbia importanza, non può diventare un “totem” intoccabile. C'è tradizione e tradizione, non tutte meritano di essere conservate: molte tradizioni col tempo sono finite nel dimenticatoio semplicemente perché la sensibilità diffusa è mutata. Altrimenti – se ogni “Tradizione” è sacra – avremmo dovuto conservare anche la “tradizione” dei sacrifici umani, o quella del duello cavalleresco all'ultimo sangue.

Rita ha detto...

Ciao Ivaneuscar :-)
Bentornato!
Mi fa particolarmente piacere questo tuo commento in cui hai espresso due concetti fondamentali: il primo, che il povero toro indifeso non è certo un nemico (ma dal mio punto di vista nemmeno la Natura; la natura segue il suo corso, al limite è indifferente al destino degli uomini, come diceva Leopardi. I terremoti, alluvioni ecc. non sono certo "entità cattive" o "punizioni divine" che ci vorrebbero danneggiare, semplicemente dovremmo ridimensionare l'importanza dell'uomo, non solo nell'intero universo, ma sul pianeta terra stesso) ed il secondo che non si possono giustificare pratiche barbare come la corrida solo perché fanno parte di una tradizione, essendoci tradizioni e tradizioni.
Nella storia dell'umanità ne sono state abolite tantissime di tradizioni, e non vedo perché si debba fare una differenza per questa della corrida. Speriamo che la Catalogna sia da esempio per le altre regioni e che pian piano venga venga del tutto abolita.

Ho visto che hai aggiornato il tuo blog, appena ho un attimo di tempo ti verrò a leggere con calma. :-)

Un saluto e grazie.