mercoledì 19 febbraio 2014

Quel linguaggio ornamentale che nasconde l'indicibile


Nel prossimo fine settimana a Roma si terrà un’esposizione di animali vivi dal titolo “Animal Live Show”. Di mostre feline e canine ce ne sono ogni anno, ma questa volta l’evento è stato parecchio pubblicizzato perché nei padiglioni della nuova Fiera della capitale sarà possibile “ammirare” non solo razze più prestigiose di cani e gatti, ma anche tanti altri animali appartenenti a specie selvatiche, esotiche e persino uccelli. Presenti ovviamente tutti gli allevatori che su tale esposizione lucreranno un bel po’.
La riflessione che vorrei fare però non riguarda tanto l’evento in sé – nulla di diverso rispetto alle tristi esposizioni permanenti negli zoo, o a quelle ambulanti dei circhi, che condanniamo senza se e senza ma – quanto il linguaggio usato dagli organizzatori per promuovere il tutto.
Riporto volentieri un estratto dal sito: “Martin Luther King aveva un sogno: la vita migliora e non poco, coltivando sogni! Il nostro è stato sempre quello di suscitare il rispetto verso il mondo degli animali e questo rispetto non può che nascere dalla conoscenza; nel nostro paese poca è la conoscenza e troppo poco è il rispetto! Eppure ogni animale su questa terra possiede un fascino inimmaginabile per chi guarda senza saper vedere. Nasce in noi il desiderio di condividere con gli altri la voglia di scoprire, di vedere, di sapere e talvolta, molto spesso di amare gli animali e le storie che essi ci raccontano. Questa esposizione ne vuole raccontare alcune e vuole chiamare l’attenzione su quanto c’è da scoprire, magari assieme anche nelle edizioni successive che con il vostro aiuto vorremo realizzare.
Il percorso degli uccelli veri gioielli della natura ci inviterà ad alzare gli occhi al cielo.
Ci avvicineremo ai nostri parenti più prossimi: i mammiferi gli animali più evoluti, che ci hanno regalato amici insostituibili che hanno accompagnato il cammino dell’uomo come i gatti ed il simbolo dell’amicizia e fedeltà: il cane.
Ma non vogliamo trascurare animali che appaiono lontani e per questo non meno interessanti: gli invertebrati. Gli animali comunicano con la loro diversità, con il fascino che molti scopriranno.
La mia prima reazione è stata di indignazione: come osano questi parlare di rispetto degli animali e di invito a conoscere la diversità promuovendo al contempo il solito avvilente spettacolo dell’indiscusso dominio dell’uomo sugli animali in cui questi ultimi, al di là delle belle parole usate, continuano a venire considerati e trattati come oggetti?
L’unica vera maniera per conoscere gli altri animali è quella di osservarli liberi nel loro habitat e non allineati in una fiera – rinchiusi dentro gabbie o legati su trespoli - in cui vengono esposti come fenomeni da baraccone.
La parole usate dagli organizzatori sono una mistificazione totale: “Il percorso degli uccelli veri gioielli della natura ci inviterà ad alzare gli occhi al cielo.” Al cielo? I volatili sono prigionieri all’interno del padiglione della fiera, rinchiusi in voliere, più o meno grandi, comunque di certo impossibilitati a volare liberi nel cielo.
Addirittura hanno scomodato Martin Luther King...

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