martedì 25 luglio 2017

E dopo "Pantheon is closed", "hotel is closed"!

Racconto un aneddoto che è certamente singolare, ma anche rappresentativo del pressappochismo in cui ormai versa questo paese. 
Da circa un paio di mesi un albergo nei paraggi di casa mia ha chiuso per motivi non del tutto chiari. Sulla porta hanno affisso un cartello con su scritto "chiuso per ristrutturazione". Io so che il giorno prima della chiusura c'è stato un movimento di polizia, vigili del fuoco e ambulanza e di dipendenti che si lamentavano di non esser stati pagati. Dopodiché, chiuso.
Fin qui tutto bene. Insomma, cavoli loro.
Ieri sera, verso le nove di sera, noto tre turisti americani, con tanto di trolley, valigie, zaini e borse varie di fronte alla porta: l'espressione costernata, incredula, a metà tra il riso isterico e il pianto. 
Sembrava una scena di un film comico, di una commedia all'italiana, appunto. Solo che questa era la realtà.
Praticamente questi dell'albergo hanno chiuso senza disdire le prenotazioni, senza avvertire i clienti che sarebbero arrivati in estate e che chissà da quanto avevano prenotato.
Mi sono messa nei panni di quei turisti - una cosa che mi riesce molto bene, mettermi nei panni degli altri - e mi sono sentita davvero male per loro: immaginate una famiglia che si prenota una vacanza con settimane o mesi di anticipo (e visto che quest'albergo è chiuso da circa due mesi, sicuramente avevano prenotato ancora prima, magari approfittando di un'offerta particolarmente vantaggiosa, visto che stiamo comunque parlando di un albergo a 4 stelle), che arriva stanca dopo tante ore di volo (erano americani, si capiva dall'accento), che già si immagina di posare le valigie, farsi una bella doccia tonificante e poi fuori ad assaporare le prime ore nella città più bella del mondo, magari un giretto in centro, una passeggiata in qualche nota via, una cenetta in un ristorantino tipico e invece si ritrova davanti a una porta chiusa, a discutere con il tizio dell'agenzia e a supplicare che gli trovino qualsiasi posto per dormire in qualsiasi punto della città. 
"Everywhere, everywhere, everywhere".
Ora, il posto sicuramente l'avranno trovato, siamo a Roma e di hotel ce ne sono quanti vi pare, ma certamente se, come di solito avviene quando si prenota con largo anticipo, l'albergo era già stato pagato, avranno comunque buttato via dei soldi. Magari si erano portati solo quelli per il soggiorno, hotel escluso.
Insomma, non deve essere stata una bella impressione quella che gli abbiamo fatto noi Romani o noi Italiani in generale. Tutto ciò mi rattrista molto perché noi di turismo dovremmo viverci e dovremmo fare il massimo per mettere i turisti a loro agio, invece gli tiriamo sòle (fregature, in gergo), gli facciamo i prezzi a seconda dell'intuizione sulle loro possibilità economiche, gli chiudiamo i musei negli orari più improbabili e il Pantheon nel bel mezzo di un concerto (ricordate l'aneddoto?), li lasciamo spesso a piedi per via del mal funzionamento dei mezzi pubblici e per di più anche senza posto dove dormire. 
E no, non basta vedere il colosseo e la fontana di Trevi per chi viene a farsi una vacanza.

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