domenica 12 gennaio 2020

Ancora e ancora sullo specismo

Le specismo consiste anche nel considerare gli altri animali incapaci di sentimenti o comunque nell'attribuirgli sentimenti di qualità inferiore rispetto alla nostra, tra cui la capacità di stringere relazioni durature con i loro cuccioli.

Non è così.

Ogni mucca, ogni pecora, ogni capra, ogni gatta, ogni scrofa, ogni cagna e tutti i mammiferi, almeno, o quanto meno tutte le specie che dispensano cure parentali soffrono e si disperano quando vengono separati dai loro cuccioli. Nelle rarissime occasioni in cui non vengono separati (come nel caso di Dina e Merlino, nella foto sotto, poiché ospitati da un rifugio antispecista, La Tana del Bianconiglio, che è anche un agriturismo vegan), rimangono insieme per moltissimi anni, instaurando relazioni affettive solide e continuando a riconoscersi.

La produzione del latte impedisce tutto ciò. Cuccioli e madri vengono separati dopo poche giorni, a volte anche soltanto ore, dalla nascita (se lasciano il cucciolo attaccato alle mammelle della madre è solo per fargli prendere il colostro, nell'interesse quindi che sopravviva affinché l'allevatore possa venderlo al macello o, se femmina, sfruttarlo come la madre, quindi per il profitto) e entrambi provano un dolore immenso, disperandosi per giorni. Già Lucrezio scriveva dei muggiti disperati della mucca (e all'epoca non esistevano certo gli allevamenti cosiddetti intensivi) e in rete è pieno di video che mostrano le corse disperate delle mucche dietro ai loro cuccioli caricati sui camion, corse che talvolta le hanno anche fatte morire d'infarto.

Come possiamo dirci persone sensibili verso il prossimo se non sappiamo nemmeno riconoscere i legami tra una madre e i suoi figli? Siamo animali mammiferi anche noi, solo di specie diversa. Non siamo una specie superiore, solo diversa. Ma può la differenza di specie diventare giustificazione per schiavizzare, sfruttare, uccidere altri esseri senzienti?


"Dina era considerata una pecora a fine carriera, Merlino un agnello da carne, entrambi avrebbero viaggiato insieme verso il luogo di non ritorno, il macello.
Da tre anni vivono liberi al rifugio.
Dina, nonostante gli innumerevoli parti e qualche dente in meno, tiene duro, finalmente può stare accanto a chi di più caro ha al mondo... il suo agnellino, ora montone (diventato più grosso di lei), Merlino" (così scrivono gli amici della Tana in un post su FB).

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