domenica 4 aprile 2021

Non è un paese per donne

 Uno degli effetti collaterali del lockdown e del coprifuoco serale è quello di aver reso le strade ancora meno sicure per le donne che per necessità si trovano in giro la sera o che devono rientrare a casa dopo il lavoro. 

La nostra vulnerabilità è aumentata perché le strade sono deserte ed è più facile molestarci, importunarci o anche peggio.

Ovviamente il problema non è il lockdown, ma la cultura patriarcale.

Giusto poche sere fa sono stata inseguita e importunata da un uomo mentre stavo andando in colonia dai mici. Si è avvicinato chiedendomi se avessi bisogno di una mano (avevo le buste con la pappa dei mici), ma alla mia risposta negativa, anziché andarsene, ha continuato a chiedere con insistenza. Ho risposto che no, non avevo bisogno di aiuto e volevo essere lasciata in pace, ma mi ha affiancata dicendomi cose che, presa dal panico, non ho nemmeno capito. Alla fine ho dovuto tirare fuori il telefono e chiamare mio marito dicendogli ad alta voce che c'era uno stronzo che mi stava dando fastidio e solo a quel punto si è voltato e mi ha lasciata in pace. 

Non è questione di essere ragazze giovani, avvenenti o vestite in modo appariscente, purtroppo la maggior parte degli uomini continua a vederci come prede. 

La sensazione di pericolo che noi tutte abbiamo provato e proviamo costantemente sulla nostra pelle è difficile da spiegare.

Mi sono illusa che andando avanti con gli anni potessero diminuire le occasioni di catcalling e molestie, e sì, in parte è così, ma diminuire non significa azzerare. E comunque là fuori è pieno di donne e ragazze che non si sentono sicure di uscire la sera da sole. 

Se dovessi raccontare tutte le volte che sono stata inseguita e molestata, tutte le volte che sono stata vittima di catcalling, penso che non basterebbe una giornata. 

Quando parliamo di diritti delle donne, è soprattutto di questo che parliamo. Non di quote rosa, non di possibilità di votare (votare cosa e chi? Un sistema patriarcale e specista difeso da leggi patriarcali e speciste?), non di uguaglianza sulla carta, ma di possibilità di vivere da persone libere senza timore di essere molestate, picchiate, oggettificate, stuprate, derise, uccise.

P.S.: aggiungo un'altra riflessione. Peraltro il termine catcalling, che tradotto significa letteralmente "chiamare il gatto", a me dà fastidio anche quando lo si fa con gli animali (gatti, cani ecc.) perché non sempre amano essere avvicinati, chiamati, accarezzati. È da notare quindi il doppio standard, cioè, è accettato per gli animali, generalmente, mentre si inizia a metterlo in discussione, giustamente, quando viene fatto alle donne. 

Io dico: basta catcalling, tanto alle donne, quanto agli animali!

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