mercoledì 7 aprile 2021

Pandemie e cambiamenti sociali

 Sto pensando che ogni pandemia importante è sempre stata il pretesto per cercare di rifondare l'ordine sociale ed economico.

Nel Decameron di Boccaccio si racconta proprio questo, i giovani e le giovani che si raccontano le novelle cercano di far rivivere, restituendogli valore e quindi invitando i lettori a ripristinarli, quei valori della società cavalleresca che ormai erano stati soppiantati da logiche mercantilistiche. 

La peste quindi come occasione per riflettere e cambiare la società. 

Parlando di Boccaccio, ovviamente lui guardava con nostalgia al valori del passato. Oggi, beh, oscilliamo tra derive autoritarie, ma anche riflessione sugli effetti del capitalismo. Il problema è che mi pare che il capitalismo, anche se in altre forme, rimane sempre in piedi. Stiamo distruggendo le piccole imprese a tutto beneficio dei grossi colossi come Amazon o multinazionali simili.

Poi c'è il discorso dello smart working e DAD, utile per ridurre inquinamento, ma causa di enormi conflitti familiari e anche di aumento delle violenze domestiche. E ovviamente sono avvantaggiate le persone ricche che posseggono spazi ampi e che possono permettersi baby sitter, mentre le fasce sociali più povere vivono enormi disagi. Quindi diventa anche una scelta che esaspera il conflitto di classe e da cui le donne, come categoria, continuano a  uscirne svantaggiate, sia per il carico maggiore di lavoro che è quasi sempre sullo loro spalle, sia perché sono quelle che vengono più facilmente costrette a lasciare il lavoro. 

Quindi che valori stiamo ripristinando noi? Chi ne esce sempre svantaggiato?

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