lunedì 6 marzo 2017

La verità della letteratura


Scorrere la home di Facebook di lunedì mattina e ritrovarsi foto che omaggiano, esaltano e inneggiano al grande Stalin.
Grazie, ma anche no.
Passi la divergenza di idee sui sistemi sociali, sulle teorie politiche, ma omaggiare un dittatore che ha perfezionato ed esaltato sistemi di polizia repressivi e violenti, che ha fatto fuori gli oppositori politici, che ha represso libertà di stampa e di idee mi sembra troppo.

Colgo l'occasione per consigliare un romanzo (in realtà un'autobiografia romanzata, basato su fatti realmente accaduti) molto illuminante sul periodo buio della dittatura di Stalin: Buio a Mezzogiorno di Arthur Koestler (credo di averlo già citato in precedenza qui sul blog).

Il pugno di ferro come tentativo di educare le masse in realtà si risolse in sistemi di oppressione poliziesca violenti che coinvolsero persino molti membri del partito stesso, come lo stesso Koestler che fu costretto all'esilio in Inghilterra e che si suicidò insieme alla moglie anni dopo per l'incapacità di far pace con il suo passato in quanto egli stesso, prima che si rendesse conto di quanto stava accadendo, aveva contribuito, anche se indirettamente, all'installarsi di una feroce dittatura.
Penso che molti giovani esaltino le figure di Stalin e Fidel Castro solamente perché hanno conosciuto solo il mito e non il personaggio storico reale.
Del resto la storia è spesso di parte. Nel nostro paese non si è mai fatta abbastanza chiarezza su quanto accadde nell'ex Unione Sovietica sotto Lenin (creatore dell'organo poliziesco chiamato Ceca e poi perfezionato dal KGB) e Stalin.
Un altro romanzo illuminante è lo stra-noto 1984 di Orwell, ma Buio a mezzogiorno, non è da meno (e ci sarebbe da chiedersi il perché, visto che è un capolavoro. Forse perché 1984 ha una polisemia maggiore).
E ricordiamoci sempre che mentre spesso la storia falsifica, la letteratura usa la finzione per dire la verità.

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