lunedì 6 marzo 2017

L'homo sapiens è ancora un neonato


L'homo sapiens ha sempre avuto, sin dagli esordi della sua evoluzione, una propensione al dominio. Dominio che poi è stato perfezionato con la tecnologia e che ha creato sempre più danni in conseguenza alla sempre maggiore richiesta di risorse per soddisfare una popolazione in continuo aumento. Ma la propensione al dominio ce l'abbiamo sempre avuta ed è qui che dovremmo lavorare, oltre che sulla decrescita.
Ora, il dato biologico di per sé non è mai di assoluta e totale rilevanza in quanto siamo anche frutto dell'ambiente sociale in cui viviamo, quindi la propensione al dominio non è di per sé insanabile. 
Per questo, pur non nutrendo particolare simpatia nei confronti dei membri della mia specie (ma non sono nemmeno un'irriducibile misantropa, e ovviamente conosco diverse eccezioni che invece mi danno occasione di ricredermi), spero nel cambiamento, nel passaggio da una cultura antropocentrica a una biocentrica e lotto affinché avvenga.
Fondamentalmente credo che se la specie homo sapiens sia così distruttiva e autodistruttiva è perché si trovi ancora in una fase infantile ed immatura della sua evoluzione; un po' come i bambini quando si trovano ancora nella fase di assoluto egocentrismo e non riescono a separare la loro identità dall'esterno, per cui ogni loro bisogno diventa richiesta e ricerca spasmodica di egotico soddisfacimento.
Sostanzialmente noi pensiamo che il pianeta e il resto dei suoi abitanti non umani esistano in funzione nostra, per soddisfare i nostri capricci e interessi. Il giorno che tutti ci renderemo conto che non è così e che noi siamo solo una parte del tutto - non più importante delle altre parti, anche se al momento la più distruttiva - forse capiremo il valore del bene comune.

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