lunedì 4 maggio 2020

Convinzioni insostenibili

L'antispecismo si oppone alla discriminazione morale degli altri animali e svela l'insostenibilità e validità delle argomentazioni che vorrebbero giustificarne lo sfruttamento.
In quanto tale è un'idea che combatte anche l'antropocentrismo, ossia la convinzione - sostenuta anche dalle religioni monoteiste - che considera la nostra specie al di sopra di tutte le altre e i suoi interessi superiori a quelli delle altre specie; stabilire cosa sia venuta prima, se la discriminazione morale e poi la schiavitù, oppure prima la schiavitù e poi la creazione di un sistema di credenze atta a giustificarlo, non ha alcuna importanza, dal momento che oggi di fatto cause ed effetti sono strettamente concatenati e che lo specismo si trasmette di generazione in generazione attraverso l'inculturazione.
Quello che è importante è mostrare l'invalidità delle argomentazioni che sostengono lo specismo e l'assurdità dell'antropocentrismo. Ritenerci la specie più intelligente o più evoluta non ha alcun senso da un punto di vista proprio evoluzionista e dalla prospettiva delle conoscenze scientifiche che abbiamo sull'universo.

In quest'ottica, cercare di sensibilizzare le persone presentandogli i danni collaterali che derivano dalle pratiche di allevare gli animali - danni quali deforestazione, desertificazione, consumo idrico elevato, inquinamento atmosferico e dei terreni, oppure malattie derivate dal consumo di alimenti di origine animale e zoonosi - non rientra nella lotta antispecista, ma al limite in quella ecologista o, per quanto riguarda la nostra salute, in quella di tutela appunto della nostra specie; è bene essere consapevoli che le tesi ecologiste e salutiste - i cosiddetti argomenti indiretti - non smuovono di una virgola la concezione specista degli altri animali, ma anzi, riguardano solo ed esclusivamente i nostri interessi.

Gli altri animali sono soggetti della loro vita e le loro esistenze non possono essere riducibili alla funzione di utilità che noi stabiliamo per loro in modo violento, oppressivo, dominante; non esistono "maiali da allevamento", "elefanti da circo", "delfini da acquario", "pets", "galline ovaiole", "selvatici patrimonio dello stato", "asini da tiro", "cavalli da corsa", "mucche da latte", "salmoni da allevamento", "cavie da laboratorio", "conigli da carne" e via dicendo.
Esistono tanti individui che sono comparsi sul pianeta terra ben prima di noi e le cui esistenze e corpi non ci appartengono.
Schiavizzare animali è violenza e oppressione. E ogni tipo di allevamento (cioè concepire un'esistenza e controllarla solo per trarne profitto) è schiavitù.

Tutti gli animali meritano rispetto.


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