martedì 10 gennaio 2012

Roku e Hex

Riporto dal sito della Lav  il seguente articolo, ma la notizia comunque è stata riportata nei giorni scorsi anche su tutti i giornali; non volevo parlarne, ma poi ho visto questo video, di cui ho trovato il link sempre sul sito della Lav e mi sono sentita sopraffare dalla tristezza.  E vi prego di guardare il video.
E' vero, le scimmiette sono quanto di più dolce e meraviglioso io abbia mai visto in vita mia, ma non posso fare a meno di domandarmi quale futuro abbiano. Mi fanno una pena e tristezza infinite.
Vedere degli esserini trattati al pari di fenomeni da baraccone, costantemente esposti all'occhio dei riflettori, manipolati con guanti asettici, impossibilitati a ricevere l'affetto di una madre amorevole, smarriti in un mondo di cui non potranno mai capire le leggi. Venuti al mondo senza alcun fine di quello di dimostrare che l'essere umano può assomigliare all'invenzione - da egli stesso creata - di un dio.
Non so voi ma io in quegli occhietti ci leggo esclusivamente una cosa: "?". Un enorme punto interrogativo. Un gigante "Perché?" rivolto all'universo.

E subito mi è venuto in mente un altro "perché?", quel perché che il piccolo Useppe, protagonista de La storia di Elsa Morante, sofferente di epilessia, rivolge alla madre proprio all'uscita dall'ospedale dopo aver dovuto subire una delle tante visite mediche: egli alza gli occhi al cielo e sconsolato, in preda ad una disperazione, smarrimento e sofferenza senza nome, rivolge, alla madre e all'universo insieme, questa semplice domanda: "ah ma', pecché?".
Si nasce senza un perché, senza alcuno scopo nella vita se non quello che ad ognuno di noi piacerà darle, possibilmente - per quanto mi riguarda - nel tentativo di evolvermi ed evitare di causare meno male e dolore possibili in aggiunta a quello che è nella nostra condizione sperimentare ("sento il pianto di tutte le creature che sono destinate a morire" dice Charlotte Gainsbourg in Antichrist di Lars von Trier, film da me stra-citato), ma si nasce almeno da un atto di amore, sebbene a volte egoistico e sebbene non sempre (il piccolo Useppe de La Storia nasce in seguito ad uno stupro, ad esempio), soprattutto si nasce per assecondare l'istinto di perpetuazione e sopravvivenza della specie.
Nel caso di queste scimmiette però non posso fare a meno di domandarmi: perché far venire al mondo delle creature che soffrono, sentono, provano sentimenti solo allo scopo di poter dimostrare che è possibile farlo? Non hanno genitori, non avranno probabilmente prole, e comunque sia perché l'essere umano è dovuto intervenire sulla "creazione" in laboratorio di altre specie? 
Attenzione eh, io non sono affatto contraria alla fecondazione assistita ad esempio (non essendo religiosa, né conservatrice, né creazionista), ma in questo caso si tratta solo di aiutare la specie umana a riprodursi là dove non riesce da sola; è vero che personalmente non ho nemmeno voluto figli perché non ho mai sentito questa necessità di riprodurmi, mai avvertito questo istinto materno tanto decantato, ma comunque posso comprendere la necessità di alcune coppie di avere figli e quindi non ci vedo nulla di male nella fecondazione assistita e nemmeno in quella in vitro; questo per ribadire che il mio non vuole essere un atteggiamento anti-scientifico, purché la scienza agisca nel rispetto di tutte le specie e non provochi dolore, non faccia esperimenti inutili, non sperimenti sugli animali e sugli uomini.
Il caso di queste scimmiette però è totalmente diverso. Non si è trattato di dare una mano a due scimpanzé che volevano avere un cucciolo e non ci sono riusciti. Non si è trattato di un gesto di amore e nemmeno di quello istintuale di riprodursi.
Qual è il senso di questo esperimento allora? Di questo aver dato vita a degli esserini che poi saranno costretti a vivere tutta la loro esistenza chiusi dentro la gabbia di un laboratorio? Costantemente monitorati, studiati, osservati, manipolati, prese di mira dai media e dagli "studiosi" di tutto il mondo. L'unico senso è quello di dimostrare che lo si può fare. Un esperimento fine a se stesso. Che comporterà sofferenza, smarrimento, alienazione, dolore agli esserini stessi. Che sarà fonte di sofferenza inutile.
Ma avete visto quegli occhietti? Ma quanto smarrimento vi leggete? Io mi sento male solo a pensarci.
Immaginate voi stessi venuti al mondo in un laboratorio, in un mondo di cui non comprendete il senso e le leggi, senza mai avere una carezza, un abbraccio, una manifestazione di amore ed affetto. Immaginatevi chiusi in gabbia, costretti ad essere "studiati", manipolati, toccati, fotografati, accecati dalle lampade dei riflettori, costretti a viaggiare e ad essere spostati all'interno di gabbie per essere mostrati a convegni ecc.. (perché questa è la sorte che attende queste scimmiette!) e magari usati anche per testare farmaci, per capire se vi ammalate e come e non oso immaginare per chissà cos'altro. Che pensereste?
A me sembra che a questo tipo di esperimenti, come del resto ad ogni altro fatto sulla pelle di qualsiasi altro vivente, si possa dare solo un nome: ARROGANZA
Ecco, quando leggo notizie del genere io maledico la specie umana. Sì, la maledico e maledico me stessa di farne parte.

8 commenti:

de spin ha detto...

Sgomento e atterrito mi associo alle tue parole.

Rita ha detto...

Hai visto il video?
Mi fanno una tenerezza, una pena infinita.
E quella stronza di medico che le tocca con i guanti, con tanto di mascherina, che le espone alle luci dei riflettori...

Martigot ha detto...

Il video per ora non l'ho guardato, perché non me la sento di andare poi a dormire con quelle immagini negli occhi...
Comunque dalle tue parole mi immagino molto bene queste due creaturine e condivido assolutamente il tuo pensiero. Un altro tristissimo e crudele esempio del nostro senso di onnipotenza. Mi fa anche venire in mente un libro che forse conosci, Non Lasciarmi, dove in un imprecisato futuro dei bambini vengono fatti nascere come cloni di persone ammalate, in modo che un giorno possano fornire loro gli organi sani per guarire. Se non lo hai mai letto te lo consiglio, dà da pensare sul vizio umano di giocare a dio con le vite altrui.
Un saluto :)

Rita ha detto...

Ciao Martigot,
hai fatto bene a non guardare il video perché intenerisce e rattrista al tempo stesso. Troppo.

Ho letto Non Lasciarmi e mi è piaciuto moltissimo. ;-)

Ti metto il link del post che avevo dedicato al film tratto dall'omonimo romanzo, post al cui interno troverai, se ti fa piacere leggerlo, anche il link alla recensione del romanzo stesso:

http://ildolcedomani.blogspot.com/2011/08/non-lasciarmi-di-mark-romanek-analogie.html

Grazie per averlo ricordato e menzionato. :-)

A proposito di romanzi, conosci invece Sotto la Pelle di Michel Faber? Molto bello anch'esso.

Sara ha detto...

Porre dei quesiti alla scienza e se vogliamo anche dei limiti, non è oscurantismo, è etica. A me non piace nemmeno nei rapporti umani: lo posso fare, ergo lo faccio. Poi con la scusa di fare il bene dell'umanità credo che si sia contrabbandato di tutto, cioè dovremmo distinguere la scienza, dalla speculazione economica che sicuramente c'è dietro queste brutture.

Rita ha detto...

"Porre dei quesiti alla scienza e se vogliamo anche dei limiti, non è oscurantismo, è etica".

Ottima considerazione Sara.

In nome della "scienza" non solo milioni di animali vengono sacrificati, strappati alla loro esistenza per essere rinchiusi in gabbie e torturati, perdipiù, non contenti, se ne "creano" appositamente in laboratorio.

Sicuramente c'è una speculazione economica enorme dietro e poi anche tanta voglia da parte di chi "sperimenta" di fare pubblicazioni, di vincere qualche premio nobel, di diventare famosi insomma. Arroganza umana e basta.

Penso al Frankeinstein di Mary Shelley. Povera "creatura" anche quella, condannata dall'umanità ad un destino ignobile.

Maura ha detto...

Credimi,non è codardia ma non ce la faccio a guardare il video..sento una sofferenza indicibile ed inimmaginabile solamente a passare vicina al tuo esposto; so già cosa vedrò, mi passano costantemente alla vista articoli che trattano di questi argomenti e non è giusto che siamo noi a capire cosa provano questi poveri animali,proprio perchè NOI LO SAPPIAMO GIA'! Sono i "signori" del dololre che devono capire e soprattutto provarlo sulla loro pelle! Perchè per esempio non testano qualsiasi cosa,dal farmaco al cosmetico,su di loro? Ma non su cavie umane, bensì su se stessi...Sono sempre stata dell'avviso che bisogna provare per credere! Solo a persone sensibili ed intelligenti come coerentemente descrivo noi stesse non serve...

Rita ha detto...

Ciao Maura,
e benvenuta!
Lo dico sempre anche io, ma perché questi ricercatori non sperimentano sulla loro pelle?
Maledetti!