martedì 16 agosto 2016

C'è una differenza tra l'aggredire le persone e il responsabilizzarle


Su FB una persona mi domanda se io la rispetti o meno, visto che mangia animali.
Io la rispetto come persona, ma non posso rispettare la sua scelta di nutrirsi di animali perché la ritengo una scelta che contempla forme di dominio e violenza su altri corpi, anche se, nel suo caso, come del resto nella maggioranza dei casi, si tratta di una violenza esercitata in maniera indiretta, ossia come complici e sostenitori, ma non come agenti, visto che si delega qualcun altro ad allevare e uccidere animali affinché si possa comprare la fettina di carne al supermercato nella completa rimozione di CHI ci sia stato dietro quello che viene considerato il "prodotto finale"; per inciso, devo dire, purtroppo, che è chi mangia gli animali a non rispettarne la vita, non perché sia in assoluto una persona cattiva, ma perché si è stati abituati a non considerare gli animali quali individui degni di essere rispettati; esattamente come ci siamo stati abituati anche noi, fino a quando non è venuto il momento di mettere in discussione quanto ci era stato fatto passare per normale, naturale, necessario.
Io penso che dire queste cose sia doveroso. Non è un discorso insultante, ma solo descrittivo della realtà. Se poi le persone si sentono giudicate o si offendono, possiamo tenerne conto, ma fino a un certo punto, oltre il quale si diventa accondiscendenti.
Non è che possiamo rinunciare a informare e a raccontare le cose come stanno solo per timore di ferire l'interlocutore o per "strategia" perché alla fine, a forza di pensare alla strategia, stiamo perdendo di vista la difesa dei i veri soggetti in causa: gli animali massacrati a migliaia ogni secondo.

Possiamo stemperare i toni, ma non i contenuti.

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