venerdì 2 dicembre 2016

Chi vuol essere libertario?


"Chi parla male, pensa male", diceva Moretti in Palombella Rossa. O non pensa affatto, aggiungo io, in particolare chi usa le frasi fatte, ossia quelle espressioni sentite in giro, nei media, trasmesse di generazione in generazione e che però non significano niente (da non confondersi con i proverbi e gli aforismi).

Per quanto riguarda la questione animale, ne sento ripetere tante. 
Ad esempio:

"Sto facendo la dieta Dukan, con buona pace degli animalisti e dei vegetariani". 

"Eh, mi dispiace per te, ma io la carne la mangio e anche tanta".

Ma ce la fate a capire che non fate un dispetto a noi animalisti? Massacrare individui senzienti dopo una breve vita di reclusione e dominio totale sui loro corpi sin da quando vengono al mondo è oggettivamente ingiusto, sbagliato e violento. Non ve lo stiamo dicendo per capriccio o per interessi nostri personali. Anzi, è chi sostiene il contrario che spesso ha interessi nel farvelo credere. 
La carne, prima di diventare quello che chiamate cibo - dopo aver subito processi di lavorazione anche abbastanza complessi -, era il corpo vivo e pulsante di un essere vivente. E dal momento che non siete leoni obbligati a nutrirvi di prede, potreste anche per un attimo fermarvi a riflettere sull'atroce assurdità di massacrare individui che non hanno nulla di diverso dal vostro cane o dal vostro gatto.

L'altro giorno ho visto un video della Peta, girato in Inghilterra, in cui venivano fermate delle persone chiedendogli di assaggiare un nuovo tipo di latte e che cosa ne pensassero. Il latte (del banalissimo latte di soia) ha superato la prova dell'assaggio alla grande, tutti hanno risposto che era buono, cremoso, dolce ecc.. Alla fine gli è stato detto che si trattava di latte di cane. A quel punto tutti, inorriditi, hanno sputato, si son fatti prendere da conati di vomito, hanno urlato contro i promotori dicendogli che erano dei pazzi, se ne sono andati sconvolti e via dicendo.
Ora, pensateci bene, perché bere il latte di cane vi susciterebbe orrore, mentre vi sembra normalissimo bere quello di un bovino adulto? Entrambi sono dei mammiferi di una specie diversa dalla nostra, entrambi producono latte dopo il parto per svezzare i loro cuccioli. Eppure il secondo ci sembra naturale perché lo beviamo per tradizione e abitudine culturale da sempre e sin da bambini ci hanno detto che ci faceva bene, che era buono e via dicendo. E soprattutto perché è così facile comprarlo. Maledettamente facile. Così come la carne. Basta andare al supermercato e comprarli. E tutto, la pubblicità, le immagini, gli slogan promozionali sono fatti per farci dimenticare o - nella maggioranza dei casi - non farvi mai sapere cosa ci sia realmente dietro la produzione del latte e della carne (legati a doppio nodo). 
Io lo capisco che è difficile rinunciare a delle abitudini, specialmente quando si tratta di cibo perché intorno ad esso si sono coagulati e formati affetti e memorie indistricabili. La nostra identità si è formata intorno al cibo. I sapori, le abitudini, i riti del mangiare, son fatti seri, serissimi, altroché. Il cibo è il primo elemento attraverso cui il bambino impara a relazionarsi con la madre e a esprimere le sue esigenze. Il cibo è gratificazione, è compensazione, è anche ossessione (per le persone affette da dca), è nutrimento, è status sociale, è moda, è cultura, è politica. 
Però gli animali non sono cibo, anche se ce lo hanno sempre detto. 
Nessun individuo nasce per essere oppresso da altri (la predazione è tutta un'altra faccenda), così come l'homo sapiens non è il centro del mondo e la terra non è il centro dell'universo. Nessuno di noi nasce con uno scopo o un destino già scritto (nemmeno le gazzelle perché solo alcune finiscono mangiate dai leoni). 
Noi possiamo decidere di non essere violenti perché l'industria della carne è violenza. 
Di cosa altro avete bisogno per capirlo? 
E a chi dice che ci sono questioni più importanti cui pensare rispondo che i valori su cui si basa il rispetto degli altri animali sono gli stessi su cui si dovrebbe basare il rispetto del tuo prossimo. Se non fai così fatica a non uccidere il tuo vicino di casa perché non ti verrebbe naturale pensare di prenderlo, deportarlo su un tir e poi condurlo al mattatoio, non vedo perché dovresti fare un'eccezione per una mucca o un maiale. Solo perché sono ricoperti di pelo e muggiscono o grugniscono anziché parlare? E da quando il tipo di pelle o l'uso del linguaggio verbale sono diventati il discrimine per capire se schiavizzare o meno un individuo? 
Da quando la nostra peculiare maniera in cui ci siamo evoluti è diventata metro di giudizio per tutte le altre, anche se appunto abbiamo a che fare con specie diverse che non hanno bisogno di comporre versi per relazionarsi tra loro e adattarsi nell'ambiente? 
Ah, già, da sempre. Si chiama antropocentrismo ed è una grande stronzata. Lo è perché basato su fondamenti e presupposti fallaci e qualsiasi persona dotata di un minimo di senso analitico (attributo che noi specie umana ci vantiamo tanto di possedere, salvo poi dimostrare di esserne carenti o di rinunciare ad esercitarlo con estrema facilità quando ci fa comodo) dovrebbe essere in grado di smascherarlo quale mito fondante la nostra autonarrazione. Mito, appunto. L'antropocentrismo è una narrazione mitologica.
Tutto il resto, quindi, cioè dominio, sfruttamento, massacro della altre specie si chiama violenza e oppressione. 
Possibili che siamo così inclini a credere alle menzogne che ci propinano per fare soldi? Sì, ci sono delle persone che hanno bisogno di credere: in dio, nei capi religiosi, nelle varie teorie che spiegano il senso della vita - altrimenti non si spiegherebbe il successo di sette come Scientology e simili o la credenza in complotti assurdi tipo che la terra sia piatta -, eppure la cecità con cui ci ostiniamo a credere che mangiare poca carne sia la soluzione o che solo gli allevamenti intensivi siano il male mentre gli altri siano oasi di pace e benessere, mi rimane veramente difficile da capire. 
O meglio, la capisco, anche se non riesco a darmi pace sul fatto che davvero molti di noi siano così creduloni; ecco, in realtà ci sono spiegazioni sociologiche, antropologiche e psicologiche: la pervasività di un messaggio che ci viene ripetuto sin da quando siamo al mondo fa sì che esso plasmi la nostra visione del mondo in maniera tale da vedere quest'ultimo sempre attraverso le lenti offuscate e distorte di QUEL messaggio (e secondo me Melanie Joy ha spiegato talmente bene questo concetto che non c'è bisogno di portare altri riferimenti: leggetevi "Perché amiamo i cani, mangiamo i maiali e indossiamo le mucche" e capirete; per chi conosce l'inglese consiglio anche di dare un'occhiata al suo sito www.carnism.org).
E poi subentra il discorso della dissociazione e dissonanza cognitive e della difficoltà a cambiare, per cui quando ti dicono qualcosa che stride fortemente con il tuo sistema di valori che si è andato formando nel tempo - e che deriva dall'ideologia in cui sei nato e cresciuto - anziché prenderne atto e cercare di fare qualcosa per cambiare, si preferisce negarlo, rimuoverlo, giustificarlo. O allontanarlo come fatto noioso; lo so cosa pensa chi capita qui su questo blog: che palle, un'altra animalista che viene a dirci cosa dobbiamo o non dobbiamo mangiare. Che noia, che barba, che noia! Ma il sistema confida proprio in questa vostra indolenza e pigrizia. Confida sul fatto che non avete voglia di informarvi e approfondire e che continuate a pensare che la vostra felicità coincida con l'abuso di potere e di libertà. O, peggio, sul fatto che non sappiate e non vi interessi capire quando l'espressione del libero arbitrio diventa oppressione dell'altro. Pensate che io sia una moralista. Non è vero. Io sono una persona libertaria, molto di più di chi si dichiara tale ma poi non si preoccupa degli schiavi dentro gli allevamenti e basa la sua ricerca del piacere sullo sfruttamento e il massacro altrui.
Ricordate: negazione, rimozione, giustificazione. È su queste tre parole che si regge l'industria basata sul massacro animale. E per fare in modo che queste tre azioni mentali funzionino si usano vari stratagemmi. Tutti riassumibili sotto il termine di propaganda mediatica, che a sua volta si avvale di vari mezzi quali la mistificazione, la menzogna, le immagini, la musica, le parole e l'uso strumentale di altre narrazioni mitologiche che si rafforzano a vicenda (ad esempio la mercificazione del corpo femminile o dell'immaginario infantile). 
Siete contenti di subire tutto questo?
Io non uso mai gli argomenti indiretti, ma diamine, cercate di capire che in gioco c'è anche la vostra dignità e integrità mentale perché vivere dissociati, dissonanti e creduloni a un sacco di cazzate, non vi rende onore. Non rende onore alla specie intelligente che crediamo di essere. 
Indossare una pelliccia e mangiarvi l'ennesima bistecca non vi rende più liberi o più furbi, ma solo conservatori e proni a un sistema di dominio e profitto sulla pelle dell'altro.

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