sabato 19 maggio 2018

Donne e animali

C'è un filo comune che lega la battaglia antispecista al femminismo ed è la difficoltà nel riconoscere l'oppressione che subiscono animali e donne. Nel primo caso, poiché sono vittime nemmeno riconosciute in quanto individui e silenziate nei loro tentativi di ribellarsi; si dice infatti che non hanno voce, anche se non è esatto perché la voce ce l'hanno, ma non vengono ascoltate. Nel secondo caso, poiché persino le vittime stesse hanno talmente interiorizzato il dominio del patriarcato da remare contro sé stesse e contro le altre donne che vogliono liberarle da condizionamenti e varie forme di dominio e sottomissione maschile.

Attenzione al concetto di libera scelta: sopravvalutato, ma prima e più importante forma di condizionamento del sistema di credenze e valori che interiorizziamo sin da quando nasciamo al punto da diventare invisibile e quindi irriconoscibile come ideologia.

Nel momento in cui si prende consapevolezza dei condizionamenti subiti, nostro malgrado, non solo ci si spalanca un mondo, ma si prova anche molta rabbia. Questa rabbia però va incanalata in modo costruttivo e bisogna essere molto pazienti con le persone che difendono il sistema di dominio e oppressione in cui sono nate senza rendersene conto. 

Suggerisco di leggere questo articolo molto interessante di Melanie Joy, psicologa americana che ho citato molte volte nel blog, in cui spiega perché sia così difficile far comprendere gli ideali di giustizia alle persone che hanno interiorizzato alcune forme di oppressione e privilegio e come, nel lor agire e parlare quotidiano, concorrano a sostenerle senza che ne siano minimamente consapevoli, persino entrando in conflitto con il loro sistema di valori morali.
Tipico, per quanto riguarda lo sfruttamento degli animali, di chi è sinceramente convinto di amarli, ma ritiene normale, naturale e necessario mangiarli o di chi, per quanto riguarda i privilegi del patriarcato, crede di trattare le donne in modo paritario rispetto agli uomini, ma in realtà sta inconsapevolmente remando in favore del mantenimento dei propri privilegi. 

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