lunedì 28 maggio 2018

Stupri a pagamento


Ieri sono andata ad ascoltare una conferenza, organizzata da Resistenza Femminista, sull'industria del sesso e la tratta delle schiave. Hanno preso la parola diverse relatrici, tra cui anche due donne che sono riuscite a fuggire dal mondo della prostituzione. 
Difficile adesso riassumere tutto in un post, ma la cosa più importante che mi è arrivata (fatto di cui ero già convinta) è che liberalizzare la prostituzione sarebbe un'ulteriore condanna per le donne sfruttate, come si sta osservando in Germania e in Nuova Zelanda; in questi modelli di liberalizzazione gli unici che vengono tutelati sono i clienti e gli sfruttatori; clienti cui è concessa praticamente ogni cosa per il solo fatto che pagano una merce e più sono disposti a pagare e più si sentono in diritto di usare quella merce nel modo che più gli aggrada; al contrario, il modello nordico che penalizza papponi e clienti è quello più auspicabile. Non si tratta, come pensano a torto alcuni di moralismo, ma di porre fine alla "normalizzazione" del comprare un corpo per violentarlo. 
Per tutte le altre considerazioni e per capire meglio di cosa si stia effettivamente parlando quando si parla di prostituzione (un mondo su cui, come quello della pornografia, circolano molti miti e fantasie per nulla corrispondenti alla realtà, tra cui la "normalizzazione e naturalizzazione") vi consiglio di leggere il libro testimonianza di Rachel Moran dal titolo "Stupro a pagamento - La verità sulla prostituzione", in cui, attraverso la sua testimonianza, un racconto doloroso e molto lucido, fa un'accurata e spietata analisi non solo di quel mondo, ma anche della società e dei meccanismi spietati che conducono determinate ragazze alla (non)scelta di vendere il loro corpo. Uno stile di vita - lei si rifiuta di chiamarla professione - che annichilisce e distrugge corpo e mente e che porta inevitabilmente con sé dipendenze e traumi psichici. La violazione della propria intimità sessuale è un trauma ripetuto da cui queste ragazze si dissociano mentalmente con gravi ripercussioni sulla psiche e diventano poi incapaci di sentirsi parte della società, convinte che non siano degne di appartenervi; attenzione a questo punto, il tema dell'alienazione sociale è dirimente; una società che, di fatto, le considera rifiuti, scarti e a cui i clienti si rivolgono unicamente perché, pagando, si sentono in diritto di fare ciò che con una partner "normale" non farebbero mai. Uomini violenti o incapaci di avere relazioni sane. Uomini che amano proprio usare una donna come fosse un oggetto. Ma tutto questo potrete leggerlo nel libro.

Un'ultima cosa: mi hanno colpito molte espressioni poiché sono identiche a quelle che usiamo nell'antispecismo. Espressioni come "prodotti", "merce", "uso", "consumo", "annullamento della volontà", "dominio totale sui corpi", "invisibili", "senza voce" e infine "carne felice"; sì, perché anche per quanto riguarda la prostituzione - lo sfruttamento e la violenza sulle donne più antichi del mondo - esiste l'illusione che possa esistere la prostituta felice, ovverosia un individuo totalmente umiliato e annullato nella sua volontà, identità, considerazione di sé e che di fatto è ridotto a un pezzo di carne, felice di essere usato. 
Vi parlerò del libro più approfonditamente dopo averlo finito.

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