domenica 20 maggio 2018

Irrazionalità


Nel nostro paese c'è una percentuale molto alta di persone contrarie alla caccia. Non ricordo i numeri, ma comunque oltre la metà. Anche chi mangia animali è comunque contrario alla pratica venatoria.
Però, allo stesso tempo, queste stesse persone che dichiarano di essere contrarie non disdegnano certo, quando gli capita l'occasione, di mangiare il cinghiale, o il cervo, capriolo, lepre e altri animali selvatici. 
Anche in questo caso il carnismo è talmente radicato da far commettere azioni contrarie ai propri valori morali.

L'indotto economico ottenuto dalla caccia è enorme e anche per questo non viene abolita. Se però i consumatori rifiutassero di mangiare almeno gli animali selvatici - per quanto sia una scelta specista - forse almeno la caccia smetterebbe di essere sostenuta politicamente. 
Questi quattro trogloditi che la praticano per passione alla fine si ritroverebbero a non avere più nessuno che gli compri gli animali ammazzati e i ristoratori anche smetterebbero di metterli sul menu.
Ci sono regioni e città dove la cucina tipica è proprio basata sulla cacciagione, ad esempio in Toscana va forte il cinghiale, sulle Dolomiti il cervo e capriolo, in altri posti la lepre. 
Le persone vanno appositamente in cerca di trattorie che propongano menù con piatti tipici a base di questi animali. Le stesse persone che si dichiarano contrarie alla caccia e che dicono che in caso di referendum abrogativo voterebbero a favore. 
Al solito è il condizionamento irrazionale che trionfa sulla logica e sul pensiero razionale. 
Ci riteniamo animali razionali e intelligenti, ma agiamo in base a comportamenti profondamente condizionati dalla cultura in cui siamo nati. Agiamo come se fossimo automi.

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