sabato 16 luglio 2016

Luglio


(Flowing to the river - John Everett Millais) 

Mi chiedono in privato: che ne pensi di questi attentati? Non scrivi nulla, tu che sei sempre così puntuale?"

Mi vengono in mente solo dei versi. Quelli di Quasimodo. Asciutti e sintetici. Gli unici che si possano aggiungere al silenzio senza rischiare rovinarlo.

"Ognuno sta solo sul cuor della terra; trafitto da un raggio di sole: ed è subito sera."

Mai come in questi giorni il mondo mi sembra solo orrore con qualche sprazzo di luce qua e là. La verità è che, tolto il conforto della fede in un'esistenza che non sia solo terrena, rimane ben poco. La vita non ha alcun senso se non quello che le attribuiamo noi. Poi è breve. A volte mi domando che senso abbia lottare per gli animali che crepano a migliaia e, in generale, lottare per difendersi dalla cattiveria, frustrazione, egoismo, stupidità, arroganza, ché tanto le cose non cambieranno mai e comunque io non sopravviverò abbastanza. 
Lo faccio perché mi piace mettere i bastoni tra le ruote a questo potere che pare inscalfibile. Mi sento come un granellino di sabbia che finisce in un ingranaggio. Mi illudo di poter inceppare qualcosa per un breve secondo e che in quel secondo magari il cielo si squarci, il mondo si fermi e poi riparta dopo essere stato resettato. 
Forse è vera la teoria dei multiuniversi per cui ad ogni nostra azione si apre un'altra possibilità che è come una biforcazione che crea un altro universo e in definitiva nessuno muore mai davvero. Però non ci credo davvero. Perché sono fatta così, non mi riesce di credere a nulla. Se anche vedessi accadere le cose più straordinarie del mondo troverei sempre una spiegazione razionale.
Poi torno a pensare a tutti quegli animali che crepano nei mattatoi e dentro gli allevamenti. E tutto torna al suo posto nell'ordine dei miei pensieri: il senso delle cose, del mio lottare, del mio esserci invano, ma non del tutto invano e comunque necessario e importante.

Sì, ma importante per chi? Per te, per gli animali o per cosa? Non è l'ennesima illusione anche questa? E potrei proseguire per ore così, nella speculazione fine a sé stessa che tanto non dà risposte ma aggiunge solo domande, una sequela infinita di domande.

A quel punto capisco che devo smettere di pensare e che forse la risposta la posso solo trovare nelle cose in sé, nel fare, nell'esserci di ogni singolo istante.

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